ALMENO UNO L’HO PRESO…

di Raffaele Lisco.

Finalmente sono riuscito a centrare uno dei mille mila ciclisti balneari che infestano Grado. Doppia soddisfazione perchè mi è venuto addosso lui.

Onestamente, il mio bersaglio principale era quello di centrare il sindaco di Grado, bello tronfio in sella alla sua bici, accessoriato di maglia “comunale” con tanto di fascia tricolore cucita sul petto (vedi foto), il massimo del burinismo. Non oso pensare come abbia le mutande…

Invece, perso il bottino “grosso(per adesso…), proprio quando ormai disperavo di riuscire a castigare uno dei milioni di cicloturisti indisciplinati, maleducati e rozzi che hanno occupato la nostra isola per tutta l’estate, ecco che la fortuna mi è venuta incontro, sotto forma di babbeo teutonico pedalante.

Mentre mi accingevo a impegnare con la mia auto via dei Provveditori, alla folle velocità di 20 chilometri orari, strada di servizio obbligatoria per entrare nel contorto (e illegale) “Anello Pedonale”, percorso più vicino alla Salerno – Reggio Calabria che a una strada del Centro Storico di una località turistica, nemmeno girata la curva ecco arrivare il Pantani mangiacrauti CONTROMANO e in mezzo alla strada.

Non ha fatto in tempo a frenare, l’Amstrong della Baviera e così si è fermato prima sul cofano della mia macchina e poi col culone Germanico sull’asfalto. Risultato finale, la ruota anteriore della sua bicicletta piagata come il suo cervello e una bella botta dove non batte il sole. Non abbastanza per rendermi soddisfatto ma sufficiente per potermi vantare di averne castigato almeno uno.

Naturalmente, rispettando la cifra del burinismo che caratterizza il turismo di classe (sic!) targato CWC (…), il bombolone, con babbiona al seguito, ha provato a protestare contro il sottoscritto ma è bastato scendere dall’auto per fargli capire che sarebbe stato meglio tacere, prima di aggravare i danni fisici leggeri auto procurati dalla sua imbecillità. Del resto, perfino il “collega” del Cazzaro Ciclista si è subito reso conto che mi era venuto addosso lui e quindi c’era poco da protestare.

Non ho voluto nemmeno approfondire i segni che mi ha lasciato il suo sgradito fisico farcito di kartoffeln e wurstel sul cofano della mia auto, li voglio conservare come trofeo di guerra in memoria della battaglia vinta contro l’invasore ciclista, una medaglia indelebile sulla livrea della mia Mini, l’encomio ricevuto per meriti sul campo.

Nonostante una mattinata passata in ospedale, ostaggio del macchinario, prigioniero della burocrazia Kafkiana e unico numero tra i numeri, proprio quando tutto sembrava essere la solita giornata di merda, ecco spuntare il sole tra le nubi e arrivare un piccolo ma, per me, enorme momento di gioia. La rivincita, modesta ma gradita, su mesi di sofferenza stradale cittadina e provinciale, il dolce dopo l’amaro dell’aver subito per mesi la maleducazione di soggetti che a casa loro, nemmeno si sognerebbero di comportarsi come qui da noi.

Del resto, quando permetti, da parte di chi comanda, che a casa tua chiunque sia autorizzato a insozzare la tua città, disprezzare le norme che tu sei obbligato a rispettare, considerarti un pezzente che vive grazie all’elemosina che ti viene data (da loro) e concedi di pensare che con quattro spiccioli ti sia stata (s)venduta anche la dignità dei residenti, allora c’è poco da protestare, hanno ragione loro e fanno benissimo ad approfittarne.

Dario Raùgna e i suoi “regolamentatori”, avrebbero dovuto emettere un’ordinanza che avvisava i loro amichetti su due ruote, che in città circola ancora a piede libero uno strano soggetto che dei loro regolamenti se ne impippa alla grandissima. Qualche cartello con foto e l’avviso di non infastidire quella brutta persona di Lisco, avrebbe scongiurato che accadessero incidenti come quello che vi ho raccontato (praticamente) in tempo reale.

Una tacca l’ho intagliata, curiosamente proprio dopo la “fine della stagione”, come sentenziato dai nostri “ssssienziattti” in Municipio.

Non so voi ma oggi, io, gongolo…

®RIPRODUZIONE RISERVATA.

 

 

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