LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE…

di Raffaele Lisco.

Quando le menzogne escono allo scoperto, le chiacchiere stanno a zero…

Credo sia doveroso dare ai cittadini gradesi le prove dell’opportunismo di un soggetto che, pur di arrivare allo stipendio assicurato, non ha esitato a usare qualsiasi metodo. Per soli tredici minuti circa del vostro tempo, ecco le teorie deliranti di quello che spaccia “democrazia” senza nemmeno conoscerne il significato. Chiedo ai miei affezionati lettori (e non) di gustarsi lo spettacolo offerto da Dario Raùgna dall’inizio alla fine, un favore personale che non vi deluderà.

Andate su questo link cliccando QUI e beatevi dello sciocchezzaio un tanto al chilo che Dario Raùgnasindaco di Grado è andato a sproloquiare fino a Milano nel novembre del 2018 (a spese del contribuente gradese…), a un convegno di “sinistri” come lui.

Il “piacione” tronfio e gonfio come un pallone (non solo metaforicamente…), in meno di un’amen è riuscito, come il suo solito, a infilare una serie di balle stupefacenti, raccontando la SUA verità sulla protesta dei suoi amministrati in occasione della Rivolta contro i Migranti che lui stesso voleva imporre nel Comune, spacciando per accoglienza la brama di incasso del personale tornaconto politico offerta dalla sinistra locale.

In tredici minuti circa, l’ormai smascherato contaballe lagunare, ha descritto la comunità gradese come un’accozzaglia di pericolosi delinquenti dediti alla sovversione delle istituzioni, i suoi rappresentanti dell’opposizione, regolarmente eletti, trinariciuti esponenti del terrorismo neroverde, senza tralasciare il dileggio verso i pacifici contrari alle sue manifestazioni di divismo da primadonna, poveri analfabeti (secondo lui) non in grado d’intendere e volere.

Tutti (io) regolarmente denunciati ovunque dal “democratico” sindaco, in forma “anonima” naturalmente, per vendicarsi di avergli impedito di guadagnarsi il “cavalierato” da accoglienza, gli applausi casalinghi che si è andato a prendere (comunque) fuori sede a Milano (…) e il titolo di “statista” col quale non manca mai di ammorbare la platea a mezzo video senza contraddittorio.

Eppure, nonostante cotanta superbia e tracotanza, il delirio da onnipotenza dimostrato in trasferta dal Cazzaro Lagunare è poca cosa rispetto all’ammissione palese che ingenuamente regala ai suoi ascoltatori (e a noi) in merito a quali metodi avesse usato per vincere le elezioni amministrative del 2016 con le quali è passato dalla condizione di pelapatate emigrato all’estero a quella di Dario Raùgnasindaco di Grado.

Ascoltate con attenzione il frame dal minuto 7:20 del comico spettacolino Raùgnico, così potrete rendervi conto personalmente dell’ammissione confessa che, testualmente, egli dichiara candidamente, riferendosi alla sua campagna elettorale: “…quando mi sono presentato, ho dovuto utilizzare argomenti adatti per la comunicazione, usando delle tecniche di semplificazione a volte non sempre aderenti in tutto e per tutto alla realtà…”

Tradotto per i gradesi medi: “…per vincere non ho esitato a promettere di tutto e di più, raccontare un mucchio di frignacce e farvi credere che sarei stato onesto, democratico e diverso da chi mi aveva preceduto…”.

Niente di nuovo, per carità ma, per quelli che ancora pensano di aver “votato bene” dando fiducia al carrozzone montato da Raùgna per arrivare al suo scopo, credo che questo documento (mai apparso sulla cronaca locale) lasci poco spazio all’interpretazione del solito “diffamatore” che scrive sul blog “pregiudicato”.

Le bugie hanno le gambe corte…

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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