di Raffaele Lisco.
CapoSpia vi racconta la fiaba del Pollaio in mezzo al mare.
C’era una volta (e c’è ancora) un grande pollaio in mezzo al mare.
Nel tempo, quello che inizialmente era solamente un piccolo gruppetto di galline e pulcini, era diventato un importante raggruppamento di pennuti stanziali. Durante particolari periodi dell’anno, specialmente con l’arrivo della stagione calda, le proporzioni abitative del nostro pollaio aumentavano esponenzialmente.
Agli animali fissi si aggiungevano centinaia e centinaia di bipedi “foresti” non solo nazionali ma perfino stranieri, pennuti desiderosi di visitare il comodo pollaio in mezzo al mare. Certo, la tranquilla normalità dei residenti subiva importanti stravolgimenti ma l’aumento del becchime fornito dall’allevatore e l’occasione di scambio con altre forme così diverse dalle proprie, valeva il prezzo da pagare.
Normalmente il pollaio era gestito da un Gallo Anziano, indiscusso capo dell’aia, unico detentore della legge e dell’ordine, podestà in carica al comando del numeroso serraglio di galline e pulcini. Sotto la sua vigile conduzione sgambettavano altri galletti giovani e ambiziosi, in perenne conflitto tra loro per scalzare il capo e conquistare il potere di comando del pollaio in mezzo al mare.
Un giorno, fiaccato dall’età e dalle responsabilità, il vecchio gallo iniziò ad ammalarsi mostrando i primi segni del cedimento fisico, aprendo la lotta intestina tra i pretendenti in cerca del loro agognato posto al sole. Subito la guerra sanguinosa tra i giovani galletti prese forma, mostrando tutta la serie di colpi bassi, opportunismi e sgambetti utili alla conquista del potere assoluto.
Uno in particolare, privo della qualifica di gallo e ridotto al rango di semplice pollo, fiaccato da anni di desiderosa rivincita per uscire dall’anonimato, fiutata la possibilità di riscatto e compresa la propria debolezza rispetto agli avversari maggiormente dotati, scelse la furba strategia di rimanersene in disparte, lasciando ai suoi competitors più forti lo scontro diretto, aspettando l’esito della selezione naturale nascosto tra il gruppetto dei suoi simili “diversi”, compagni riconosciuti per gli atteggiamenti colorati e l’emarginazione dai più nobili pennuti.
Decimati dalla battaglia, i galli in lotta si eliminarono l’un l’altro, esattamente come aveva previsto il polletto opportunista e, alla fine, proprio quello che mai sarebbe stato nella possibilità di primeggiare, divenne l’erede assoluto dell’ormai defunto capo.
Il resto del pollaio, per definizione poco incline alla competizione, accettò passivamente l’investitura del loro simile, eleggendo loro capo un parìa privo delle qualità di comando, di categoria inferiore dalla norma ma abbastanza furbo da sapersi insinuare tra le pieghe di una guerra tra stolti, conquistare il premio in palio e, finalmente, godere per anni dei benefici riservati al comandante.
Il futuro del pollaio in mezzo al mare tra non molto andrà a rinnovo, ripresentando l’eterna lotta tra galletti pretendenti ancora una volta pronti a scannarsi per la conquista del territorio. Il nostro pollo, assaggiata la dolce ambrosia riservata agli approfittatori delle disgrazie altrui, certamente proverà a sfruttare nuovamente i vantaggi regalati dagli sciocchi avversari, cercando in tutti i modi, leciti e non, di riuscire a prolungare la facile opportunità di riuscire a comandare ancora per anni.
Del resto, sperare in un rinsavimento intelligente da un gruppo di polli convinti di essere galli, è come attendersi che in un pollaio la puzza di guano non la faccia da padrone.
La fiaba del pollaio in mezzo al mare.
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