di Raffaele Lisco.
Le notizie sanitarie sul virus trasportato in Italia da alcuni soggetti provenienti dal Bangladesh, stanno preoccupando la popolazione dell’Isontino.
La Cronaca nazionale segnala una preoccupante presenza di virus epidemiologico Covid 19 in alcuni paesi Orientali, uno su tutti il Bangladesh.
E’ nota a tutti la massiccia presenza della comunità Bengalese (o Bangladese) sul territorio Isontino, in particolar modo nella Città di Monfalcone ma anche sull’isola di Grado, dove risiedono oltre un centinaio di migranti (141 – ndr) provenienti da quella nazione.
Le azioni sanitarie per contenere dei potenziali focolai conseguenti ai contagi di questa popolazione di ritorno dalla loro patria colpita da virus Covid 19, sono note unicamente per quanto riguarda il Comune di Monfalcone, dove il sindaco Anna Maria Cisint ha immediatamente provveduto a sollecitare l’assessore regionale alla Sanità, Riccardo Riccardi, al fine di circoscrivere il problema e contenerne la diffusione.
Oltre 300 tamponi effettuati sui residenti Bengalesi nel Comune di Monfalcone e la classificazione di tutti gli individui presenti sul territorio, descrive l’azione preventiva messa in atto dalla sindaca della Lega. Oggettivamente, la tempestiva quanto incisiva monitorizzazione della situazione sta permettendo alle autorità sanitarie di tenere sotto controllo la potenziale diffusione del virus nella città dei cantieri.
Questo a Monfalcone. Anche sull’isola di Grado vive e lavora un importante comunità di migranti del Bangladesh, cittadini integrati regolarmente che gestiscono i numerosi bazaar situati nel centro città. Popolazione variopinta e silenziosa che come i propri compaesani, appena possibile, si reca in patria per ricongiungersi con parenti e amici rimasti nel Bangladesh.
Eppure, se a Monfalcone la sindaca Cisint si è attivata come detto, a Grado non si hanno notizie relative alle disposizioni preventive in tema sanitario messe in atto dall’amministrazione in carica. Nessuna comunicazione ufficiale diramata da Dario Raùgna – sindaco di Grado, ne tanto meno dall’assessore alla sanità Claudio Gaddi. Curioso che Dario Raùgna grande amico della comunità Bengalese, sindaco molto più vicino ai colorati integrati che ai nativi lagunari, non si preoccupi della salute dei suoi “accolti”.
Non un buon segnale che tranquillizzi la popolazione residente e tanto meno i potenziali turisti già carenti nelle presenze a causa delle circostanze mondiali. L’assordante silenzio esibito proprio da chi preposto a mantenere alta l’attenzione sul pericolo di contagio portato dai cittadini del Bangladesh, fatto segnalato a livello nazionale, non migliora certamente la negativa considerazione isolana sulla bontà della politica proposta dai “civici” di Dario Raùgna e Claudio Gaddi.
Da cittadino impegnato a fornire la corretta e reale informazione locale, auspico al più presto una puntuale ed esaustiva risposta da parte dei vertici dell’amministrazione in carica, prima che una pericolosa forma di razzismo, diffidenza o, peggio, odio, potesse derivare dalla conseguenza di un focolaio acceso per colpa dei Bengalesi. Senza considerare il disastro turistico per una località balneare già pesantemente penalizzata dalla pandemia diffusa.
Invece di bullarsi a vanvera o strafogarsi di grigliate, meglio farebbero sindaco e assessore a lavorare con maggiore impegno e concretezza, rassicurando la propria comunità sul contenimento della situazione sanitaria locale. Se la sindaca di Monfalcone trova il tempo per risolvere questo delicato problema, non si capisce perchè il suo omologo lagunare possa permettersi di vivere perennemente in vacanza (retribuita).
Vero è che, tra pochi mesi, finalmente, il Gambero de Palù sarà libero di trastullarsi a tempo pieno ma, fino a quel momento, non è che possa risolvere io i problemi di Grado.
Almeno mi pagassero…
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