TRANQUILLO MORETTI, NESSUNO VUOLE LA GIT…

di Raffaele Lisco.

Per la sinistra non ci sono pericoli, nessuno vuole la GIT S.p.A. 

Il Consigliere Regionale del Partito Democratico, Diego Moretti, ha ritenuto di suggerire al quotidiano Il Piccolo la pubblicazione della sua polpetta avvelenata sulla futura gestione della GIT S.p.A., con lo scopo di stanare il centro destra sulle presunte intenzioni di riappropriarsi del governo della partecipata gradese.

Il “deperito” Moretti, referente regionale del PD, politico molto vicino alle vicende di Grado, s’interroga virtualmente sulla reale volontà regionale (azionista maggioritaria) di revocare, prima della scadenza, l’attuale Amministratore Unico della spa, Alessandro Lovato e cercare di carpire all’avversario politico se e quali intenzioni abbia di mantenere o stravolgere l’esistente Statuto che ha sostituito il CDA con la figura dell’uomo solo al comando.

Evidente il tentativo del sagace Moretti di capire cosa ci sia nella testa dell’assessore al turismo Sergio Bini e del suo capo Massimiliano Fedriga, sul futuro della partecipata di PromoTurismoFVG. Abituato a ragionare da sinistro (…) Moretti si aspetta a parti invertite lo stesso servizietto usato per nominare Lovato, tre anni fa.

Per i meno informati, ricordo che nell’aprile del lontano 2018, a meno di due settimane dalle elezioni regionali del FVG che profetizzavano la certa vittoria del centro destra di Max Fedriga, l’uscente assessore al turismo del PD, Sergio Bolzonello, per evitare di perdere anche il governo della GIT, nominò come Amministratore Unico il collaborativo Sandro Lovato (nella foto), modificando lo Statuto e cancellando di fatto il CDA per non avere pericolosi elementi fascioleghisti (…) nel governo della partecipata.

Logico, quindi, che Moretti si aspetti la stessa moneta, anche se, dopo quasi tre anni, dovrebbe aver compreso che quello che tutti si aspettavano fosse fatto all’indomani della conquista del Governo Regionale (…), ormai, è palese che non sia una priorità del centro destra a trazione leghista di Fedriga & Bini.

La scelta del plenipotenziario di Salvini di lasciare la GIT nelle mani del PD, concedendo la tipica occupazione bulgara di qualsiasi posizione gestionale (annuale e stagionale) ai fedeli tesserati e/o simpatizzanti di sinistra e facendo terra bruciata dei non allineati, superato lo sconcerto e smaltita la delusione dei militanti gradesi del centro destra che si aspettavano la riconquista della gestione della prima azienda di Grado, alla fine è stata digerita a forza e accettata come incomprensibile ma inevitabile.

Per gli addetti ai lavori (come il sottoscritto) che hanno tentato in tutti i modi di convincere Presidente e Assessore regionale ad avallare la restituzione del maltolto alla propria parte politica, almeno per bilanciare lo strapotere del “civico” sindaco Raùgna, politico (sic!) targato palesemente Partito Democratico e sinistra arcobaleno, il motivo per il quale si è scelto di agevolare l’avversario politico contro ogni logica, alla fine è finalmente stato compreso aggiungendo amarezza alla delusione.

Inutile, di conseguenza, temere da Bini & C. improbabili blitz alla Bolzonello, atteso il fatto che gli accordi di scambio tra destra e sinistra non prevedono la riconquista della GIT. Oltre tutto, la chiacchierata spiaggia a pagamento è una rogna non da poco che è meglio lasciare al fidato soldatino Monsignor Lovato…

Moretti può dormire sonni tranquilli, a nessuno della destra interessa la gestione di una partecipata piena di rogne, dal futuro incerto e orfana di quelle Nuove Terme ormai diventate una chimera fantascientifica. Almeno fino alla scadenza naturale del mandato di Lovato (aprile 2021).

Secondo me, a meno di rinsavimenti politici (ormai insperati) pronti a ripristinare il vecchio e più utile CDA a tre (presidente, amm. delegato e consigliere), o l’improvvisa necessità di “poltronare” qualche escluso del Cerchio Magico sovranista, sarà già difficile trovare qualcuno disposto a sostituire Lovato anche dopo la fine del suo contratto.

Esclusi arrivisti, morti di fame e attendisti con la bava da nomina, naturalmente…

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