BORETO DE GOGUGI.

di Raffaele Lisco.

La prossima pietanza più diffusa sulle tavole dei gradesi sarà il “Bòreto de Gogugi”…

Nella tradizione popolare dell’isola di Grado, esiste un detto che spiega perfettamente quando ci si trova in una condizione economica negativa. Si dice : “Magnà Bòreto de Gogugi”.

In Italiano forbito la traduzione è “Mangiare Zuppa di Sassi”, ovvero non avere nemmeno in dispensa il minimo sindacale per mettere nel piatto qualcosa di commestibile per placare i morsi della fame. La convincente similitudine uscita dal genio del casòner, pescatore solitario abituato a ragionare di pancia senza tanti fronzoli, illustra perfettamente lo stato prossimo alla miseria.

Naturalmente la provocazione funerea sull’arrivo di un futuro prossimo venturo che non lascia molto spazio alla positività generale, lo spettro aleggiante di un inverno da passare con il taccuino vuoto e la preoccupazione di un’intera comunità su come scongiurare questa deleteria possibilità, è il solo modo che ho per farci riflettere sulle responsabilità di quelli che dovrebbero lavorare per allontanare queste situazioni.

Difficile aspettarsi realmente la tavola di casa nostra imbandita con piatti pieni di Bòreto de Gogugi, tuttavia, non penso di esagerare se commento la previsione dell’arrivo di un inverno molto difficile, per chi non sufficientemente “comodo” nel saldo del conto corrente.

Questa stagione estiva 2020 ne sta vivendo di tutti i colori. Dalla penalizzazione conseguente alla pandemia vissuta e ancora non debellata totalmente, al clima pazzerello che non offre la consueta stabilità stagionale; dai disagi strutturali conseguenti alle decisioni cantieristiche di un’amministrazione incompetente, alla perdita sensibile di posizioni turistiche nella particolare classifica delle località balneari italiane. Soprattutto sul mercato straniero.

Insomma, anticipando il totale che solitamente si calcola a ottobre, ci saranno con certezza forti perdite in termini di fatturato per chi fa impresa a Grado e i lavoratori stagionali difficilmente potranno contare sulla semestralità contrattuale indispensabile per ottenere il diritto alla piena disoccupazione retribuita (Naspi).

Questo, unito alle difficoltà economiche regionali e nazionali, si tradurrà in una forte contrazione dei consumi cittadini, ai quali non solo mancherà il contante per le spese voluttuarie ma il peggioramento della crisi economica andrà a influire anche su quelle primarie, tipo – per esempio – il cibo diverso da quello “povero”. Sardèle e polenta ai gradesi non mancheranno mai ma, le nuove generazioni, non sono più abituate a soffrire come i vecchi di una volta e pretendono il filetto al ristorante, serviti e riveriti.

Servirebbe un Piano Strategico, studiato da chi governa il paese, per attutire l’impatto della prevedibile ondata di povertà in arrivo, la morìa di posti di lavoro già presente sulla nostra isola condannata alla stagionalità e oggi drogata dall’assistenzialismo a debito. Non basterà contare sulla solidarietà cittadina e/o protestare per avere maggiori rimesse economiche dalla regione e dallo Stato per regalare a pioggia buoni spesa a chiunque ne faccia domanda, senza nemmeno verificare la reale difficoltà dei singoli.

Un governo, veramente degno dell’onere assunto, deve andare ben oltre la mancetta salvacoscienza e cercare nuove fonti di reddito da proporre ai suoi disoccupati, aprire le porte ai portatori d’idee e posti di lavoro, abbandonando sterili ideologie superate dagli eventi e pensare di più a come riempire la pancia dei propri amministrati, senza stupidi veti imposti da chi il problema non ce l’ha, grazie all’immeritato e garantito mensile retribuito.

Personalmente la vedo dura per i miei concittadini. Poco incline a credere nelle favole, meno che meno alla propaganda politica degli eletti (…), dubito che chi investito delle responsabilità suddette sarà capace di risolvere i grossi problemi che arriveranno a breve. Anzi, stretti nella morsa dell’emergenza, dimostreranno ancor di più di non essere all’altezza, aggiungendo altri errori agli orrori già visti.

Male che vada, per fortuna, ci resta sempre la Madonna di Barbana.

…e il Bòreto de Gogugi

®RIPRODUZIONE RISERVATA.

 

 

 

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