di Raffaele Lisco.
Riempirsi la bocca con paroloni esagerati e poi non garantire nemmeno la corrente elettrica…
In un gruppo c’è sempre il “sapientone” pronto a occupare la scena, sproloquiando futuri d’effetto, millantando conoscenze “ssssssientifiche”, abilissimo nel turlupinare un pubblico semplice incapace di comprendere la truffa in atto.
Esattamente quanto attuato scientemente da Dario Raùgna e i suoi “civici” per ottenere lo scopo della vita, ovvero conquistare l’ambita poltrona e garantirsi (almeno) cinque anni di paghetta a carico dei gradesi. Una montagna di promesse degne dei peggiori imbonitori da mercato paesano, voti ottenuti attraverso lo scambio di (presunti) posti di lavoro nella Sanità locale (…), mancette garantite per gli allineati e faraonici progetti scopiazzati dal web.
Sentire un gruppo di analfabeti, in maggioranza soggetti privi di una qualsiasi cultura certificata da titoli accademici, pontificare su progetti fantascientifici da Libro dei Sogni, ascoltare la citazione di Politecnici venduti come il Dio Salvatore del futuro di Grado e dover digerire perfino la promessa di trasformazioni SMART applicate a una tranquilla isoletta felice del suo tradizionale corso di vita millenaria, sinceramente, ha fatto parecchio ridere.
Tuttavia, atteso il fatto che bisogna sempre valutare i risultati prima di criticare a prescindere, oggi, dopo oltre quattro anni di “buona amministrazione” di Dario Raùgna – bla, bla, bla, la differenza tra il “promesso” e il “raggiunto” si può calcolare senza tema di smentita. Spicca su tutto il saldo negativo figlio delle menzogne spacciate dal Faraone per tentare, inutilmente, di non perdere la faccia davanti ai suoi “sudditi”. Molto spesso con interviste a pagamento…
Eppure, tra “ristrutturazioni” fuori tempo, gestione del turismo fallimentare, dittature istituzionali degne di un Cesarismo da Ventennio e retromarce figlie dell’incapacità decisionale di quelli che non hanno un’idea propria, il pezzo migliore, la puttanata più esilarante è stata la genialata della SMART CITY.
Giusto per spargere un minimo di cultura dove non se ne avverte la presenza (…) con l’acronimo di Smart City, s’intende:
Una smart city è un’area urbana nella quale, grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali e più in generale dell’innovazione tecnologica, è possibile ottimizzare e migliorare le infrastrutture e i servizi ai cittadini rendendoli più efficienti.”.
La definizione di smart city parte quindi dalla digital transformation e dall’utilizzo della tecnologia IoT – Internet of Things nelle diverse sfere della Pubblica Amministrazione: trasporti pubblici e mobilità; gestione e distribuzione dell’energia; illuminazione pubblica; sicurezza urbana; gestione e monitoraggio ambientale; gestione dei rifiuti; manutenzione e ottimizzazione degli edifici pubblici come scuole, ospedali, musei ecc.; sistemi di comunicazione e informazione e altri servizi di pubblica utilità.
Detto questo, risulta parecchio difficile definire oggi Grado come Comune SMART, soprattutto quando tutta la tua “innovazione” tecnologica si riduce a un territorio dove le inefficienze dei servizi pubblici sono riuscite nel “virtuoso” intento di peggiorare la situazione esistente.
La realtà inconfutabile che i CWC di Raùgna & C. ci lasceranno in eredità, è quella di un paese dove il decoro ha perso punti in tutti i campi, i servizi ai cittadini mostrano segni evidenti di negatività generale, l’offerta di connessione pubblica è totalmente inesistente, l’innovazione è solo pura propaganda, la televisione generalista NON è funzionante (se non hai il satellite non vedi nessun canale…) e perfino la corrente elettrica è diventata un lusso fruibile unicamente a mezzo preghiera divina…
Potrei andare avanti ancora molto nell’elenco delle comiche esternazioni di quelli che non sanno nemmeno accenderlo un computer e si bullano come fossero laureati in ingegneria aereospaziale. L’amarezza di chi ha progettato una vera Rivoluzione Digitale già nel 2004 (progetto GradoNetwork – ndr), aumenta ai massimi di fronte a cotanta ignoranza.
Di SMART, a Grado, vedo solo il cervello di troppi miracolati…
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