MAI SCUSARSI PER LE PROPRIE IDEE.

di Raffaele Lisco.

Sono molto deluso dal comportamento di Giuliano Felluga, un vero uomo non si scusa mai per le proprie idee.

Dichiaro subito, a scanso di equivoci, per quelli che non capiscono l’italiano (…), che sono stato il primo a espormi pubblicamente in difesa di Giuliano Felluga. Il mio articolo ha fatto il giro di tutta l’Italia e ho ricevuto chiamate da colleghi della stampa nazionale che hanno voluto sapere, nel dettaglio, chi fosse veramente l’autore delle dichiarazioni “incendiarie” che tanto scalpore hanno prodotto nell’opinione pubblica.

Come tutti, anch’io ho condannato la “forma” con la quale il Felluga si è suicidato mediaticamente, difendendo però la “sostanza” delle idee legittime che, almeno per adesso, la Costituzione permette ancora di esprimere. C’è chi stravede per l’accoglienza (senza se e senza ma) e chi, al contrario, critica il “buonismo” peloso e indiscriminato che professano curiosi individui, lestissimi nel bullarsi nel merito ma altrettanto rapidi nello smarcarsi attivamente quando c’è da impegnarsi in prima linea…

Detto questo, sono rimasto molto deluso dal comportamento del mio concittadino Felluga, oggi scaduto al rango di “pentito” delle sue azioni a mezzo stampa. Invece di chiudere una questione ormai compromessa, disposto a pagare il prezzo della sua faciloneria, il nostro sceglie la strada meno onorevole, quella di piangersi addosso pietendo improbabili scuse per cause di “astinenza” farmacologica.

Nella vita si può sbagliare e quando succede è giusto scusarsi per i propri errori ma se l’oggetto dello scandalo sono le proprie idee, allora un vero uomo (o donna), si può definire tale quando ne accetta le conseguenze e mantiene la schiena dritta, sempre e comunque. Troppo facile buttare il sasso e poi nascondere la mano, soprattutto quando tante persone che (comunque) ti stimano per il tuo vissuto, scendono in campo per sostenerti, accettando di farsi insultare insieme a te.

Comprensibile che la tranvata presa abbia condizionato le azioni del “pentito”, tuttavia a poco serve delegittimarsi per compiacere al capo o rinunciare alla propria dignità implorando la pietà dei giudici. Sperare in un condono conseguente al vittimismo forzato (o suggerito…), è proprio di chi non ha capito che, in questo modo, oltre al danno, offri ai tuoi carnefici la facile motivazione di aver avuto ragione nel aver chiesto (e ottenuto) la tua testa.

Dispiace, veramente, dover constatare che la Società attuale sia ostaggio di femminielli privi degli attributi indispensabili per circolare a testa alta, dover accettare che vincano sempre i più furbi e accettare che pochissimi abbiano il coraggio di sfidare la mitragliatrice a petto nudo. Meglio stare coperti, “scusarsi”, supplicare il perdono e baciare la mano di chi ti tiene per le palle.

Non sono pentito di averci messo la faccia, (io non faccio nulla per convenienza) essermi esposto per aver difeso Giuliano Felluga dalla mole d’insulti che mezza Italia gli ha regalato, bestemmie meritate per il modo inqualificabile col quale si è espresso ma ingenerose nei confronti di una persona che aveva voluto criticare la gestione di un immigrazione clandestina fuori controllo, pensiero che non alberga unicamente nella mente “tossica” (per sua stessa affermazione) di Felluga.

Quello che mi disturba, è come stia gestendo il seguito, scendendo ancor di più nel precipizio, a causa delle scellerate esternazioni che leggo sul giornale.

Un vero uomo non si scusa mai per le sue idee, costi quello che costi.

®RIPRODUZIONE RISERVATA.

 

 

 

 

 

 

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