di Raffaele Lisco.
Ci sono persone alle quali non basta mai. Rimettiamo le cose al posto giusto…
Speravo di non dover tornare più a parlare del passato, invece, sia Dario Raùgna – sindaco di Grado, sia la “senatrice” della Lega Raffaella Marin, mi costringono a fare quella chiarezza che (entrambi) vorrebbero plasmare per loro convenienza politica.
Al primo, indeciso politichino dalle mille mila facce, credo di aver già risposto ampiamente alle sue esternazioni ondivaghe in favore dell’accoglienza dei clandestini ma non sull’isola di Grado (…); alla esimia parlamentare provo a spiegare quello che, forse, non ricorda con chiarezza.
La sua recente arringa in Senato, azione da ella stessa pubblicata sui Socials, afferma che:
“…Nel 2018 la Lega di Grado – scrive Raffaella Marin – con il supporto di tanti liberi cittadini, si è opposta con fermezza all’imposizione dell’accoglienza, ora si ritenta l’azzardo abbassando i limiti d’età e facendo leva sul buonismo o sull’ingenuita’ di alcuni…”
Tanto per cominciare, non era il 2018 ma bensì ottobre 2017, giusto per anticipare quale e quanta sia stata la presenza della Marin alla protesta cittadina (…), discesa in piazza non certo avviata dai partiti e tanto meno dalla Lega, compagine della quale la “futura” senatrice nemmeno faceva parte.
Secondo, la malsana idea di Dario Raùgna & C. di fare della nostra località turistica l’ennesimo “rifugio per rifugiati”, fu bloccata dalla volontà della maggioranza dei residenti di Fossalon (frazione di Grado – ndr) ai quali sarebbe toccato il compito di “ospitare” i disagiati migranti. Questi cittadini chiesero l’aiuto politico di alcuni eletti all’opposizione in Consiglio, ovvero a Roberto Marin, Maurizio Delbello ed Elisabetta Medeot e quello mediatico al sottoscritto.
Questo sparuto “comitato organizzatore”, presto allargato ad altri amici pronti a contribuire alla causa, è stato il vero e UNICO motore che ha gestito la rivolta in oggetto, tanto è vero che l’infastidito Raùgna, alla fine, è corso a denunciare per i più svariati reati PENALI, Marin (Roberto), Delbello e, naturalmente, chi vi scrive, unico imbecille rinviato a giudizio…
Come siano andati i fatti credo sia inutile ricordarlo, mentre penso che sia giusto rinfrescare alla “senatrice” Raffaella Marin come la sua furba introduzione fisica, a favore di qualsiasi telecamera o macchina fotografica, le abbiano procurato il biglietto vincente per Roma…In compenso, contrariamente a quanto afferma ancora oggi, la medesima presenza della sua illustrissima persona non si notò molto nei pressi del Municipio protetto dai Berretti Verdi della GdF.
Strano, normalmente il biondo platino “naturale” e il tacco 12, non passano inosservati in mezzo alla gente semplice.
Con tutto il rispetto dovuto a una “signora”, aumentato dall’essere pure Senatrice della Repubblica, ritengo che si possa ritenere più che soddisfatta (e miracolata…) così, senza sentire il bisogno di farla fuori dal vaso.
A meno che non volesse fare cambio con chi, invece, c’era e dovrà risponderne in Tribunale…
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