GRAZIE, BASTARDI.

di Raffaele Lisco.

A modo mio…il ringraziamento, dovuto, a tutti quelli che ieri si sono ricordati di me.

Ieri, 23 agosto 2020, ho compiuto 63 anni e la moltitudine di “amici” che ha voluto spendere qualche secondo del proprio tempo per farmi gli auguri, era attesa, quasi scontata.

Non posso che ringraziarvi tutti per il gradito pensiero, anche se sono ben consapevole degli opposti sentimenti che riesco a suscitare in voi, grazie alla mia “simpatia” inconfutabile. Del resto, finchè si resta al di fuori del mio raggio di fuoco mediatico, ci si esenta dal voler diventare l’ennesimo/a mantenuto dal popolo e si è pronti a vendere anche la madre pur di conquistare la poltrona, fare del “viscido” il proprio idolo (…) è praticamente un obbligo.

Diverso, invece, quando da “civile” ti spogli degli abiti comuni e inizi a indossare “il vestito buono” dell’eletto o nominato. Quasi in tempo reale, entri di diritto tra i bersagli dello Spione Capo e dipende solo da te (e da come ti comporti), stare tra gli Eroi o precipitare tra le Merde.

Eppure non sono stato sempre così insopportabile, anch’io ho avuto una vita felice e anche se sembra impossibile da credere, riuscivo anche a sembrare buono. Nella foto di testa articolo, ormai vecchia di circa trent’anni, c’è un ggggiovane Lisco orgoglioso della sua biondissima erede Gaia Isotta. La madre, Piermaria, era già “tagliata” dalle foto per manifesta “scassaminchietà”.

C’era una volta un ragazzo in carriera, pronto a credere e fidarsi del prossimo, ancora convinto che il merito, l’onestà, la coerenza e tutti gli altri valori imparati dai grandi Maestri di Vita che ho avuto l’onore di frequentare, fossero il fulcro del percorso che porta alla  felicità.

Invece, molto ma molto prima del trentennio consumato fino a oggi (ieri), è stata proprio la vita stessa attraverso la frequentazione di quel “prossimo” (che altro non è che il tuo peggior nemico), a dissolvere giorno dopo giorno tutte le mielose illusioni sull’esistenza di un Mondo Migliore. Il cinismo ha preso il posto della fantasia, il fatalismo quello della speranza e il rifugio nella Parte Oscura della fede è stato il salvavita che mi ha permesso di arrivare fino a qui. Ancora vivo.

Generalizzare non è mai corretto e si corre il rischio di “buttare il bambino con l’acqua sporca“, tuttavia, nella sproporzione che c’è tra persone “praticabili” e certificati figli di puttana, sempre meglio indossare robuste mutande di ghisa piuttosto che stare supini, dopo, per il bruciore accusato. Lo si impara solo diventando “vecchi”, sbagliando e poi risbagliando e poi, finalmente, ancora sbagliando.

Vorrei credere ancora ai vostri sinceri auguri, sorridere contento come nella foto, colorare di rosa le pareti di casa e cinguettare banalità un tanto al kilo ma so che non sarà mai più possibile.

Farò finta di essere contento, come sempre, ringraziando per il vostro sforzo incompreso, consapevole che quello “avariato” sono io.

Spero di replicare lo stesso articolo fra un anno, chiedere di più sarebbe utopico e stupido.

Grazie, bastardi.

®RIPRODUZIONE RISERVATA.

 

 

 

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