di Raffaele Lisco.
Sono bianco, non bianchissimo ma neanche abbastanza scuro per riuscire a passare per “negro”.
Più il tempo passa e maggiore è la convinzione che la tanto decantata supremazia dell’Uomo Bianco sulla razza di colore, sia solo una gigantesca panzana inventata da quelli che hanno tutta la convenienza (economica) ad agevolare i neri.
Nelle mie numerose vite percorse spesso a folle velocità contromano (…) gli alti e bassi conseguenti alla sregolatezza del soggetto, hanno prodotto opposti stati esistenziali. Decenni di bengodi sono oggi stati sostituiti da un periodo difficile, sia dal punto di vista sanitario, sia da quello economico e professionale.
Non mi lamento, non l’ho mai fatto, nè quando tutto gira alla grandissima, nè quando il momento non è dei migliori. Prendo la vita per come viene, aiutandomi a superare le difficoltà usando una buone dose di fatalismo e olimpica rassegnazione.
Disoccupato per cause mediche e, soprattutto, per colpa di un carattere impossibile incapace di tenere a freno una linguaccia velenosa, da “vecchio” mi ritrovo escluso da qualsiasi circuito professionale e a nulla servono le moltitudini di titoli, accrediti, attestati e patenti accumulati in anni di esperienza e studio.
Troppo “indipedente” per la politica attuale, a parole accumulo numeri impressionanti di “ammiratori”, estimatori velocissimi a scomparire non appena incassato il risultato ottenuto grazie (anche) alle mie strategie.
Si fa largo in me il dubbio che se il mio colore della pelle fosse leggermente più scuro di quello che porto, probabilmente le negatività delle quali oggi soffro, sparirebbero come per magia, e una corposa folla di “assistenti” farebbe a gara per risolvere i miei problemi.
Potrei appellarmi ai governatori targati sinistra per conquistare un salario mensile adatto alla mia condizione di “avariato”, ottenere uno di quei posti “comodi” dove si timbra solo per formalità e poi ci si imbosca fino a fine turno (…). Oppure, ancora meglio, farmi riconoscere la lunga lista di “specilizzazioni” che formano il mio curriculum e candidarmi dove l’elezione è blindata, giusto per aumentare il numero di fankazzisti “eletti” mantenuti dal popolo.
Al povero “negretto”, poi, impossibile negare l’abitazione popolare a costo minimo, l’esenzione del pagamento delle forniture energetiche, la gratuità della tessera sim per comunicare e il contributo a fondo perduto per la qualunque. Aggiungere a tutto ciò, un minimo di paghetta per i consumi personali è cosa buona e giusta, nel rispetto della salvaguardia delle “minoranze” e per fargliela vedere a quegli schifosi di “fascioleghisti” razzisti e ignoranti.
Insomma, se il momento non è proprio di quelli da festeggiare con i fuochi d’artificio, ben sapendo che a nessuno (giustamente) verrà mai in mente di darti una mano (anzi…), quasi quasi straccio la carta d’identità, esco dall’Italia e rientro per i sentieri della Slovenia e, da consumato attore, mi dichiaro “migrante” in fuga dalla sfiga.
Secondo me, adesso sarebbe il momento giusto e potrebbe anche funzionare…
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