di Raffaele Lisco.
Su Il Piccolo si scrive, con testo e immagini, sui risultati turistici della stagione estiva 2020 di Grado.
Quando il Diavolo ci mette lo zampino, anche i più “illuminati” degli amministratori, dirigenti e statisti, scivolano sulla più classica delle bucce di banana, quella dell’incapacità di saper affrontare l’imprevisto.
La Pandemia, conseguente al virus Covid 19, sappiamo molto bene come abbia colpito su tutto il territorio nazionale e, specialmente per quanto relativo al settore turistico, abbia prodotto importanti perdite economiche in termini di fatturati e presenze, sulla quasi totalità delle località nazionali interessate.
Nella nostra regione, il FVG, momentaneamente schivato dal problema il settore montagna per ovvi motivi di stagionalità, sono state le città a soffrire maggiormente della riduzione dei clusters turistici ma anche le nostre due principali stazioni balneari, Grado e Lignano, hanno dovuto registrare dei cali importanti.
Nella “competizione” tra le due più importanti cittadine di mare presenti in regione, i dati forniti dai verificatori preposti, anche se negativi per entrambe rispetto all’anno 2019, segnalano una maggiore tenuta di Lignano, rispetto a Grado.
Lo stanno ammettendo gli stessi addetti ai lavori, presidenti e sindaci, assessori al turismo e direttori d’azienda, imprenditori locali e consorziati a piacere. Ultima ma non meno importante, la Stampa di Regime impossibilitata a pubblicare la solita propaganda governativa, sempre pronta a raccontare meravigliosi scenari (inventati), per non dover ammettere i disastri amministrativi.
Quest’anno, niente trionfanti proclami dai pulpiti, zero roboanti dichiarazioni di “crescita” percentuale dovuta alle mille mila presenze aumentate dell’enne per cento, rispetto alla proporzione di dove conviene.
Assessori regionali e comunali del settore (sic!), sindaci, presidenti, direttori e beneficati assortiti, costretti a nascondersi con le giustificazioni più fantasiose, pur di riuscire ad addolcire una medicina amara della quale i “lavoratori”, quelli che campano del proprio lavoro (non a scrocco), si sono dovuti ingurgitare la porzione maggiore.
La foto de Il Piccolo, non a caso, regala dentro un’immagine, tutta la considerazione della stampa locale per Grado: un gruppo di vecchie stese dentro un recinto, con un mucchio di alghe puzzolenti come sfondo per i depliants…
All’interno dell’articolo del “bravo giornalista” (…), l’unico commento aggiunto, imperdibile perla dell’intervistato “competente” (Alessandro Lovato – A.U. Git Spa), invece di riflettere sui propri errori, lo fissa con un laconico “…speriamo nel 2021…”.
Infatti, lui e tanti altri “professionisti”, non ci saranno più, quindi vale la pena di essere ottimisti…
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