EDITORIALE – SENZA VERGOGNA.

di Raffaele Lisco.

Oggi vergognarsi è diventato un lusso per poveri.

Il mondo è cambiato in peggio e nessuno può negare questa evidenza. La società di oggi è diventata un contenitore nel quale i valori di una volta non hanno più alcun rapporto col passato e tutto quello di buono che le generazioni passate avevano dovuto imparare a suon di schiaffoni, è stato cancellato in nome del Nuovo Credo.

Per chi come me è classificato come vecchio in età pensionabile, il confronto con il modo di vivere del nuovo millennio, è drasticamente diverso da come ce l’avevano insegnato i nostri padri, nonni e maestri. Le scelte che ci erano permesse nel secolo scorso erano solo due: vivere da “ribelle” o integrarti nel Sistema, dimostrando di essere un “bravo ragazzo/a.

Se volevi stare dalla parte di “quelli bravi” non era nemmeno considerabile di poter mancare alla propria parola, assumere comportamenti contrari alla Morale Pubblica, praticare uno stile di vita esterno alle linee guida generali e non allinearsi ai doveri cattolici, sociali ed etici che la Società imponeva a chiunque.

Fino a qualche tempo fa chi rubava era classificato come ladro, la concubina convivente, al di fuori del Sacramento Cattolico del Matrimonio, diventava automaticamente una “poco di buono”, il politico indegno, bugiardo, corrotto e venduto, stava nel percepito collettivo come un bandito da disapprovare senza giustificazioni.

Non c’erano le “tifoserie” pronte a scendere in campo per sostenere le illegalità dimostrate con solide prove, nessuno si immolava per giustificare le menzogne e l’incapacità (palesemente visibili) perpetrate dall’eletto di turno e difficilmente al capopopolo capofila venivano perdonati gli errori fatti subire alla collettività.

Insomma, si poteva decidere se essere “guardia” o “ladro”, come nelle battaglie infantili tra adolescenti ai giardinetti ma una volta presa la propria strada, non si sfuggiva all’assunzione delle proprie responsabilità, conseguenze comprese.

A nessuno veniva in mente di strillare nelle televisioni, per piagnucolare sul “complotto” ordito dalla parte avversaria per colpirti alle spalle, non valeva il corteo di piazza per salvare le terga a chi si era dimostrato inadeguato al comando e rimanevi solo come un cane rognoso, quando eri così sciocco da farti beccare.

Oggi non è più così, vale tutto, “uno vale uno” e qualsiasi idiota può diventare “statista”, maneggiare soldi pubblici senza alcun controllo nè rendiconto, distruggere intere comunità per soddisfare il proprio narcisismo ed ergersi ad “esperto”, pur dimostrando di essere la persona sbagliata nel posto sbagliato.

Il potere va e viene a seconda del serraglio al quale appartieni, si sale (e si scende) grazie alla capacità di saper leccare il fondoschiena “giusto” e valori come coerenza, serietà, lealtà, cultura, etica e buonsenso, sono diventati una zavorra ostativa, invece che plus attraverso i quali venire giudicati.

Un pessimo esempio per le generazioni attuali e future, il modo peggiore per crescere i nostri giovani che, logicamente, osservando gli esempi dei più grandi, si convincono che per fare strada nella vita basta picchiare più forte, stare dalla parte vincente, disprezzare i più deboli e abbracciare la cultura della competizione senza regole.

La mia personalissima e non richiesta consolazione, è che – per mia fortuna – vado verso la fine della mia esistenza e quindi non devo più preoccuparmi per come andrà a finire.

Giorno dopo giorno senza pensieri, lontano dalla frenesia di voler “partecipare” per forza, aspetto serenamente che venga la mia ora, con grande ironia e molto ma molto lontano da una società nella quale non mi riconosco…

®RIPRODUZIONE RISERVATA.

 

 

 

Related posts

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.