di Raffaele Lisco.
Dario Raùgna – sindaco di Grado, è daltonico. Inutile chiedere a lui di che “colore” sia Grado…
I miei concittadini riescono sempre a sorprendermi. In negativo…
Consapevole di vivere in una comunità dove la priorità principale è quella di riuscire a capire quante “corbole” sono ancora disponibili in laguna (sic!), comunque mi era rimasta ancora una flebile speranza di un leggero riscatto cerebrale.
Invece, di fronte all’ennesimo DPCM emesso dal Governo, al posto di leggere un giornale e/o ascoltare le mille ore di trasmissioni televisive pronte a informare gli Italiani fino allo sfinimento, i nativi indigeni coi quali divido l’isola, pretendono di avere spiegazioni dall’unico soggetto incapace di darne.
Vedervi interrogare sui Socials Dario Raùgna, sulla domanda legata alla presenza dei propri figli nelle classi elementari e medie di Grado, come se non fossero abbastanza chiare e comprensibili le decisione di Giuseppi (per quanto relativo alle regioni inserite nella ZONA GIALLA), mi ha veramente fatto dubitare se il quoziente d’intelligenza dei miei concittadini riesca a superare lo zero.
Se ancora non avete capito che, nel processo decisionale dei Decreti Ministeriali, i sindaci contano meno di niente (come i Presidenti di Regione…), inutile perdere tempo a spiegarvelo.
Il Faraone Lagunare, insieme ai suoi assessori scappati di casa, comitati, consorzi e associazioni assortite, oltre a capire meno del mio cane come funzioni la macchina nazionale (…), non aspetta altro che di vestirsi da “Commissario”, per farvi credere che sia nella sua disponibilità permettere a voi e ai vostri cari di circolare, andare a scuola, o bersi lo “spriss” in osteria.
Del resto, se andate a chiedere all’inutile di farsi “professore” di una comunità di capre, è anche comprensibile che l’ometto si senta investito del ruolo, indossi il “tocco” e appenda al muro il diploma rilasciato a vanvera dai suoi “sudditi”.
Fatelo un piccolo sforzino, uscite dall’ottusità isolana, accendete il cervello, provate a leggere un giornale (andando oltre i titoli…), impegnate lo sconsolato neurone per scoprire cosa vi succede sotto il sedere e lasciate perdere il patetico tentativo di ricevere conoscenza da chi non ha ne i mezzi, ne i titoli, ne l’esperienza (tanto meno l’autorevolezza) per fornirvela.
Se proprio non ce la fate, almeno non lamentatevi se, poi, “qualcuno” vi mena per l’aia, come dei capponi di campagna…
Mi scuso con i capponi per il paragone…
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