di Raffaele Lisco.
“Non siamo mica gli Amerikani, che loro possono sparare agli Indiani…” (Vasco Rossi).
Era il mitico “Blasco” che cantava così, nel suo pezzo del 1979, dal titolo “(Per quello che ho da fare) Faccio il militare”.
In effetti, se ci pensate bene, noi decisamente NON siamo mica gli Americani, anzi, nonostante fin dal dopoguerra a oggi insistiamo a volerne scimmiottarne le mode, apparteniamo morfologicamente a quella parte “terrona” del Mondo che i più sofisticati addolciscono col termine “latina”.
Chi non ha presente un monumentale Alberto Sordi nella caricatura dello yankee di Kansas City, quello per il quale la lingua anglosassone diventava il romanissimo “…Uaz amerigàn boi…”. Oppure le centinaia di Italiche imitazioni di Rambo, le esilaranti parodie del divo da night club targate Gigi Proietti e l’americano “broccolino” dei tantissimi emigrati da Corleone negli States.
Insomma, siamo tutti cresciuti a pane e chewing gum e, almeno una volta, abbiamo sognato di possedere una Corvette, pattinare sul lungomare di Venice Beach in California e farci la foto vestiti da Elvis, di fronte all’ingresso della Carnegie Hall all’881 della settima strada di NYC.
No, decisamente non siamo gli americani. In compenso, sono gli americani a essere diventati un po più Italiani.
Lo si è visto in queste ultime elezioni che hanno eletto il 46° Presidente degli Stati Uniti d’America. Una solidissima tradizione centenaria basata sul dualismo tra blocchi contrapposti, Democratici e Repubblicani, trasformata in una pantomima molto simile a quella tipicamente “Itagliana”, per la scelta di una maggioranza Governativa.
Evidentemente, le troppe frequentazioni di “cattive compagnie”, l’abuso di meeting con i Renzi & Salvini, l’occhio rivolto al Belpaese per copiarne l’Italian Style e la passione smodata dell’americano per le nostre specificità, hanno inquinato perfino la più grande Democrazia del mondo.
Nella “guerra” tra Trump e Biden (vinta, per adesso dal secondo), c’è molto di noi Italiani, si sente il retrogusto del tradimento, corruzione, doppiogiochismo e illegalità. Oltre alla Mafia, abbiamo aggiunto l’esportazione negli USA del nostro marchio di fabbrica, principale vanto della politica nostrana: la capacità di non saper esprimere un perdente…
Come finirà negli States, cioè se veramente l’Uomo col Riporto esagerato riuscirà a ribaltare con le denunce il verdetto attuale che ha stabilito Biden come nuovo presidente americano, lo scopriremo solo vivendo.
E’ vero, non siamo mica gli americani ma, da oggi, ci possiamo anche togliere il Complesso d’Inferiorità che ci ha accompagnato dal 1946 ai giorni nostri. Finalmente tocca anche a loro fare i conti col Bizantinismo della politica “politicata”, sottostare ai giochi di palazzo e vivere in un continuo teatrino di pagliacci dall’indiscussa immoralità.
Giustizia è fatta.
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