di Raffaele Lisco.
Oggi vi racconto una brutta storia, quella di Dario Raùgna, detto anche “Numero 71“.
Comincio subito, pubblicando il post scritto di proprio pugno su Facebook da Dario Raùgna, in modo che il seguito del racconto scorra più chiaramente e senza alcuna possibilità di fraintendimenti “diffamatori” sul vergognoso soggetto. Correva l’anno 2012.
L’oggetto del discorso a cui, nel suo scritto “Social”, faceva riferimento il futuro “sindaco” di Grado, altro non era che il commento opportunistico di un piccolo ometto pronto a tradire le persone come Sandro Maricchio (“Il Bisato” – ndr), cioè uno di quelli che gli hanno aperto la propria casa, assunto e stipendiato la moglie e mantenuto a sbafo pranzo e cena.
Difficile smentire il tenore “assoluto” delle dichiarazioni lapidarie messe nero su bianco dalla stessa persona che, pochi anni dopo, non ha esitato nemmeno un minuto a comportarsi in maniera opposta a quanto spergiurato “prima”.
Il granitico “…non ci alleeremo con NESSUNO…” si è trasformato nell’allegra accozzaglia titolata “Coordinamento Civico”, caravan serraglio dove accumulare pseudo piddini, estremisti di sinistra ex SEL, democristiani falliti, “disabili” in vendita ed ex Grillini cacciati dal Movimento. Un “partitino civico” dalle sembianze più “ciniche” che civiche, attesa la volontà impellente di uscire dalla miseria economica, culturale e sociale da cui affetti. Il furbo tarocco poi svelatosi per quel che era, una succursale della sinistra.
Il Bisato (Sandro Maricchio – ndr) cioè il “…siamo noi…”, quella “testata giornalistica” (Sbrissa il Bisato – ndr) che a quell’epoca era una delle uniche due forme di informazione locale “alternativa” (l’altra non la cito per modestia…) e con la quale Raùgna ha sciacallato la propria visibilità sull’isola, nel preciso momento in cui non gli è servita più, anzi è diventata un ostacolo per le sue ambizioni, ha subito le peggio infamate, denunce, vigliaccate e dispetti. Vere porcherie addirittura sfociate in condanne penali contro l’ex “amico del cuore” e paladino della Giustizia, Sandro “Buba” Maricchio…
Colpito da amnesia acuta, il “Volteriano” Dario Raùgna, si è scordato provvidamente quanto da egli stesso scritto, al tempo in cui la “convenienza” a farsi trainare dall’impegno altrui era l’unico carburante che gli permetteva di sentirsi “qualcuno”. Noi, però, come ho già avuto modo di pubblicare, abbiamo ottima memoria e “archivi” pesanti…
L’ormai battezzato “Numero 71″ (…), non appena scoperto che le persone che aveva sfruttato per crescere politicamente, avevano mille difetti ma conservavano quella coerenza di ideologia, visione e progettualità, per la loro isola, che mal si concilia con chi ha nel cuore solamente la frenesia di campare a scrocco con qualsiasi mezzo (…), ha scelto di comportarsi da “vero politico” e tradire con vergogna chiunque non utile alla suo futuro.
Inutile e superfluo fare i nomi dei pochi creduloni, oltre al “Bisato” citato dallo stesso Raùgna, che avevano sfidato il Sistema, per trainare il suo brufoloso e “chiacchierato” sedere, fino alla poltrona in pelle del Municipio di Grado. I gradesi sanno benissimo per (de)merito di chi lo “smilzo” Faraone ha potuto ripulirsi il conto bancario. Se lui e i suoi fedelissimi pensano che sarà finita a giugno del prossimo anno e che non pagheranno dazio per tutto il male fatto, allora c’è molto poco da aggiungere.
Questo è il VERO Dario Raùgna, un’essere spregevole mascherato da “buonista” teatrante, il classico truffatore da autogrill pronto a venderti il “pacco” con dentro il mattone, uno che, per noi “traditi”, è diventato il simbolo di un caratteristico numero della Smorfia Napoletana.
Il 71…
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