EDITORIALE – RAÜGNA/BINI: IL GRANDE GELO.

di Raffaele Lisco.

Tra Sergio Bini e Dario Raùgna è calato il Grande Gelo.

Ai miei tempi, quando facevi lo “sborone”, ti bevevi l’Asia, fumavi tutta la Turchia e tornavi a casa all’alba sfatto, poi, per tutto il giorno seguente, ti presentavi al mondo di un bel colore grigio sorcio. In quei casi si usava dire “…di notte leone, di giorno coglione…”.

Una similitudine più che azzeccata per spiegare l’evoluzione dei rapporti esistenti tra il sindachino di Grado, Dario “71” Raùgna e l’assessore regionale al turismo e attività produttive Sergio Bini.

Dario Raùgna, partito lancia in resta con la illusoria condizione di essere in grado di dettare le “sue” condizioni su qualsiasi accadimento isolano, scioccamente convinto di essere diventato l’Imperatore di Grado, solamente per il fatto di aver turlupinato una minoranza di menti semplici disposte a cadere nelle sue menzogne elettorali, dopo la serie di “sberle” che Bini ha mollato a lui e i suoi sodali, non ai gradesi, ha rinculato a più miti pretese.

Capito di avere contro TUTTI (a sei mesi dalle elezioni…), ecco comparire le arrendevoli dichiarazioni di “non belligeranza”, la scontata retromarcia in ogni dove per mandare il “messaggio di pace” al più potente assessore regionale, quello che (per capirci) ha l’esclusiva della decisione di cacciare il grano per realizzare le Nuove Terme di Grado…

 

 

Un classico di quelli che si credono “qualcuno” ma presto si accorgono di essere “stocazzo”, narcisisti pronti a farsi “usare” da mandanti interessati a spingerli, per motivi partitici, addirittura contro la volontà dei cittadini (elettori…), ovvero di quelli che decidono della loro vita o morte politica, quindi esistenziale, visto che è gente capace di sopravvivere solamente a scrocco della gente…

Come abbiamo visto costantemente in tutta la legislatura “civica”, ogni tentativo di gigantismo delle Pulci con la Tosse targate Raùgna & Co., alla fine è sempre deragliato fuori binario, costringendo i manovratori a inserire una provvida retromarcia, per cercare di salvare il salvabile.

Il problema, per loro, è che Sergio Bini (se possibile) è ancora peggiore di Dario Raùgna come Narcisista. Infatti, chi lo conosce sa molto bene che l’assessore è incazzoso come pochi, specialmente quando qualcuno ne mette in dubbio l’operato. Se poi ci aggiungiamo la caratura imprenditoriale e il peso economico del proprio potere patrimoniale, il Cazzaro Lagunare, in confronto, è un morto di fame.

Posso assicurare i miei concittadini gradesi che i pavidi tentativi dell’Omo Raùgna, super eroe in calzamaglia XXXXL (…) ormai smascherato nella sua debolezza, andranno a sbattere contro la “vendetta” del suo superiore di casta, il quale gli butterà nella ciotola giusto mezzo osso in cambio del baciamano “regionale” e la totale sottomissione senza condizioni.

Saranno le “diplomazie” di parte, in seguito, a venderci l’accordo come “…una grande conquista…” dell’uno e dell’altro, con lo scopo di non perderci la faccia ancora peggio di adesso.

E noi, per compassione, faremo finta di crederci

®RIPRODUZIONE RISERVATA.

 

 

 

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