di Raffaele Lisco.
Adesso è ufficiale: a Grado comanda il Führer Dario Raùgna.
Giunti a questo punto della legislatura, a meno di sei mesi dalla sua scadenza naturale, si può fare un bilancio di quanto appare evidente, circa il metodo “democratico” nel quale abbiamo convissuto come “sudditi”.
Ormai cadute le maschere dietro alle quali gli attuali amministratori si erano nascosti, per non dover ammettere la loro vera natura ideologica e superato il “civismo”, Cavallo di Troia utilizzato come paravento per intortare la minoranza di cittadini caduti nella trappola dei Nuovi Moralisti, adesso si inizia a giocare a carte scoperte.
Il sindaco/führer Dario Raùgna, finalmente libero di potersi manifestare come avrebbe voluto fin dall’inizio del suo mandato, fedele alla sua natura dittatoriale, sta mostrando ai gradesi quali siano i suoi metodi per governare un Comune.
Tutta la “democrazia”, il “dialogo”, la “trasparenza” e la “inclusione” spacciati a chiacchiere, in non modica quantità, stanno lasciando il posto al tipico sistema retto dall’intimidazione, denuncia, ricatto e omissione, su qualsiasi tema che riguardi la qualità della vita dei gradesi.
Con la motivazione tanto cara agli Hitler, Stalin, Bokassa e tutto il repertorio di “umanisti” ai quali Raùgna s’ispira (…), il nostro benefattore non si concede nemmeno un minuto di riposo, nel partecipare allo scontro aspro, alla contrapposizione feroce e alla fuga sdegnata da qualsiasi tavolo al quale si siede.
Fossero le Nuove Terme, oppure la GIT ma anche l’accoglienza dei “migranti”, la pulizia e il decoro della città, la concessione degli appalti o le regalìe amicali, la realizzazione di opere pubbliche o la manutenzione di quelle esistenti, il nostro Feldmaresciallo Lagunare non ammette alcun tipo di contestazione, suggerimento o partecipazione.
O si fa come ha deciso il nostro Piccolo Dittatore, oppure, non se ne parla neppure.
Al primo accenno di “fastidio”, il proprietario del pallone (pro tempore), raccoglie la sfera, dichiara sciolte le squadre e prende possesso esclusivo del campo da gioco. Per chi provasse a resistere, arriva lesta la chiamata ai celerini per sgombrare il perimetro, con le buone o le cattive.
La Propaganda, strumento immancabile del Reich Isolano, persegue la stessa linea dei predecessori più famosi dalla quale è copiata in tutto e per tutto. L’ordine imperativo è negare sempre l’evidenza, delegittimare i contestatori, affermare più menzogne possibili e far credere di aver già attivato la qualunque, per ieri…
Insomma, cari amici e lettori, come riassumere tutto se non meglio che nell’aforisma (personalizzato) dell’idolo dei CWC?
Ein Volk, Ein Reich, Ein Führer, Ein “Darien”…
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