di Raffaele Lisco.
A Grado le Nuove Terme sono diventate un progetto abbandonato. A Monfalcone, invece…
La stampa locale del quotidiano Il Piccolo, ci racconta dell’ennesimo successo incassato dall’amministrazione del sindaco Anna Maria Cisint, lavoro premiato con lo stanziamento di 9 (nove) milioni di euro a fondo perduto, per finanziare tre progetti tra cui l’ampliamento delle Terme di Monfalcone.
Nella conferenza stampa indetta dal sindaco Cisint alla presenza degli assessori e consiglieri regionali Callari, Nicoli e Calligaris, sono stati illustrati i finanziamenti stanziati dalla regione FVG per realizzare la nuova piscina delle Terme di Monfalcone e altri due progetti sul territorio.
La notizia in oggetto aumenta l’amarezza dei gradesi per la piega negativa che hanno preso gli sviluppi sulla realizzazione delle Nuove Terme di Grado, progetto ingessato a causa della scellerata volontà politica del sindaco di Grado Dario Raùgna di sfidare la regione, con la conseguenza nefasta di penalizzare l’isola nel merito.
Spicca prepotentemente la vistosa differenza che si palesa tra il modo di amministrare i rispettivi comuni. Se a Monfalcone il sindaco Cisint, grazie alla collaborazione tra regione e comune, regala alla cittadinanza locale una pioggia di milioni stanziati per dotare il territorio di migliorie strutturali e sociali, a Grado ci si comporta in modo opposto, togliendo alla comunità la minima speranza di poter sfruttare quanto promesso e ancora mai ottenuto.
I gradesi (e non) si domandano fino a quando dovranno sottostare ai capricci di un sindachino ossessionato dai “gomplotti” che albergano unicamente nella sua testa, mal sopportato “eletto” al quale nessun mandato popolare ha mai autorizzato lui e il suo gruppetto di sodali a decidere in nome e per conto di un’intera comunità.
A torto o ragione, nessun sindaco dovrebbe poter abusare del proprio potere a discapito di un intero paese, comunità che ha dimostrato di voler l’esatto contrario di quanto cavalcato dal proprio primo cittadino per soddisfare il proprio Ego politico.
Nemmeno la creazione di un Comitato Popolare per la realizzazione delle Nuove Terme di Grado è riuscito a interessare il “democratico” Raùgna, soggetto politico perfino sordo alla richiesta formale d’incontro tra la rappresentanza del Comitato e l’Ente Locale.
Purtroppo, non ci resta che stare a guardare come gli omologhi sindaci del Monfalconese, Goriziano, Lignanese, Triestino ecc., rispetto al nostro “statista” isolano, riescano a portare a casa quello che ai penalizzati gradesi è negato.
Leggere della pioggia di milioni pubblici destinati verso altri territori governati da più preparati e capaci amministratori, non fa che aumentare il disagio di chi ha capito che l’unica possibilità auspicabile è quella di riuscire a liberarsi di un’amministrazione che, a chiacchiere, “predica bene” ma, nei fatti, dimostra solo di voler il male dei propri amministrati.
Credo che nessun gradese (e non), nella lunga e gloriosa storia della “fu” Perla dell’Adriatico, abbia mai pensato di arrivare al punto di dover invidiare la “Bisiacheria” e i suoi rappresentanti politici.
Dario Raùgna e si suoi “civici”, sono riusciti a farci digerire anche questo rospo.
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