ANCH’IO MI VACCINERÒ (MA SE POI…)

di Raffaele Lisco.

Anch’io mi vaccinerò, quando verrà il mio turno. Anche se…

Saranno stati i “puparuoli ‘mbuttunati”, trangugiati avidamente a cena, i colpevoli dell’incubo che ho vissuto stanotte.

Ho sognato che, arrivato il mio turno di assumere la dose di vaccino, mi recavo all’ambulatorio per farmi iniettare la dose e poi tornavo a casa, senza alcuna conseguenza collaterale.

Ma, poi, a poche ore dalla posologia assunta, iniziavo a trasformarmi in Matteo Renzi, prima nelle fattezze fisiche, aggiungendo qualche chilo al mio peso, atteggiando le espressioni tipo Mr. Bean in replica e i movimenti simili a quelli di un imbonitore di piazza.

Ancora peggio, nella fantasia onirica, l’arrivo del momento in cui iniziavo a sbroccare, imponendo all’Italia di eleggermi Imperatore della Nazione, millantavo inesistenti percentuali di consenso popolare e occupavo la scena 24 ore al giorno.

Decisamente contaminato dagli effetti collaterali del vaccino, agitandomi tra le lenzuola mi trasformavo nell’altro Matteo, quello leghista, gemello identico nelle fattezze fisiche al suo omonimo, eccetto la mascella assimmetrica modello “quando piove bevo senza fatica” e il tipico “conteggio” con la mano destra, su qualsiasi argomento in discussione.

Eppure, il peggio dell’immaginaria transfigurazione fisica e comportamentale doveva ancora venire, risparmiandomi almeno l’immedesimazione nel terzo Matteo, quello isolano, “rappresentante politico” (…) molto lontano dagli omonimi più popolari ma certamente maggiormente dotato in quanto dimensioni deretaniche.

Raggiunto il picco “tossico” del mix piccante assunto per via orale, ecco arrivare il peggior incubo nel quale ci si possa trovare, entrare nei panni Raùgnici, diventare il “Civico Capo”, trasformare un tranquillo cittadino in un curioso misto tra la menzogna fatta persona, l’illusione di essere il migliore e la convinzione di essere stato mandato sulla terra per salvare la razza umana dal fascioleghismo dei razzisti iscritti al Circolo della Feccia.

Nemmeno negli anni d’oro del vivere sulle nuvole, avevo mai vissuto un incubo di tale portata. Sentirmi Raùgna “dentro”, parlare con la cantilena veneta, esagerare con la panza e raccontare balle come non ci fosse un domani. Saltare da destra a sinistra come uno Scilipoti qualsiasi, rivoltare frittate meglio di Bottura, Cracco, Cannavacciuolo, Barbieri e tutto MasterChef schierato.

Si, confermo, anch’io mi vaccinerò contro il Covid-19.

Ma, se poi…

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