di Raffaele Lisco.
Remake lagunare del celeberrimo film di Mario Comencini…
Correva l’anno 1966, quando Mario Comencini realizzava il suo film strappalacrime “Incompreso”. Ricorderete la tristissima storia dei due fratellini del console britannico di stanza a Firenze, Andrea di 8 anni e Milo di 4.
Vi risparmio la trama dell’opera tratta dal romanzo di Florence Montgomery ma sappiate che Andrea, divorato dai sensi di colpa per le vicende familiari, alla fine, muore…
Meno tragicamente, l’Incompreso Lagunare dei giorni nostri, assunte le sembianze di Dario Raùgna – sindaco di Grado, ben si adatta alla figura di Andrea, anch’egli vittima delle incomprensioni che avvelenano l’operato del protagonista della tragedia.
Infatti, contro al povero Andrea – Dario, tutti fanno a gara per sporcare tutto il bene che egli cerca, quotidianamente, di regalare alla sua irriconoscente comunità. Nonostante l’impegno titanico, l’attaccamento al dovere e la dimostrazione di una solida e inattaccabile “onorabilità”, nessuno lo prende sul serio, anzi, l’accanimento generale è, a dir poco, esagerato.
Sembra di assistere a una competizione, dove i protagonisti godono nel dipingere l’Incompreso come un mostro pericoloso, contestarne le capacità e chiederne la testa. Maggiore è lo sforzo mediatico di Andrea – Dario nel giustificare le proprie azioni e ancor più distruttiva si manifesta la corsa nel raccontarne l’esatto contrario.
La domanda sorge spontanea, attesa l’ineluttabilità della risposta: sono i “pescatori nel torbido” a non comprendere l’altissimo valore (…) dell’Incompreso, oppure è egli stesso afflitto da bipolarismo acuto e patologico complesso di superiorità, che lo porta a essere convinto di essere l’unico “giusto” assediato da un branco di ignoranti prevenuti?
Nel secondo caso, non si può che dedurne l’irriconoscenza di un’intera comunità, la faziosità di una stampa prezzolata, il complotto dei notabili e l’accanimento (interessato) di chiunque venga a contatto con l’Incompreso.
Insomma, tutti contro Andrea – Dario, vittima sacrificale della cattiveria fatta Setta, “Capra Espiatoria” bersaglio degli appetiti della Casta, verginella ostaggio degli “stupratori”, preda innocente dei mostri e martire scelto per dare l’esempio agli altri Incompresi suoi simili.
Dispiace (ma anche no) per Andrea – Dario, tuttavia, almeno potrà contare sul sicuro ingresso nel Regno dei Cieli, godere della consapevolezza del riconoscimento di anima “pura” e intentarsi l’ottenimento di una “nuova poltrona”, questa volta alla Destra del Padre.
A noi, in attesa di bruciare all’inferno colpevoli di “lesa Maestà”, per fortuna resta sempre la libertà di Satira, giusto per mandare all’Incompreso il messaggio che non siamo così coglioni come ci racconta in giro…
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