EDITORIALE – NO, GRAZIE.

di Raffaele Lisco.

Dalle ‘e dalle se scassano pure e’ metalle…”

La sopportazione umana non è infinita e anche il cittadino più calmo, paziente e “moderato”, arrivato al punto massimo di resistenza, rischia di sbroccare e gridare forte “NO, GRAZIE “.

E’ esattamente la strada sulla quale ci stanno spingendo i politici “professionisti” (…), quelli che di giorno ci raccontano quanto siamo fortunati a essere governati da loro e, di notte, comodamente seduti al tavolo del buffet, si spartiscono le quote della Trangugia & Divora S.p.A.

Milioni di ‘Taliani esclusi dal banchetto elettivo, sono diventati i Nuovi Poveri ai quali si stanno spalancando le porte della depressione, malattia conseguente alla visione di un futuro nero come le coscienze di quelli che ce li hanno costretti.

A tutti i livelli, latitudini e contrade, ogni giorno siamo obbligati ad assistere al vergognoso spettacolo messo in scena da una banda d’incapaci che, al netto del colore partitico, hanno come unico mantra il mantenimento del proprio benessere.

Da Roma a Grado, passando per Trieste, è arrivato il momento di alzare la testa e gridare forte NO, GRAZIE alle promesse (false come una moneta da tre euro) dei miracolati a stipendio garantito.

Se proprio è arrivato il momento di perdere tutto quello che faticosamente abbiamo costruito in una vita di sacrifici, allora almeno cerchiamo di salvare quel poco di dignità che ci è rimasta e ribelliamoci alla lenta agonia della “rana bollita”, metodo col quale ci stanno uccidendo.

E allora:

NO, GRAZIE – ai tromboni nazionali, ai responsabili organizzati e ai miracolati a scrocco.

NO, GRAZIE – ai “Salvatori” buoni per tutte le stagioni, ai contaballe prezzolati della Stampa Amica, ai fiancheggiatori da Social e agli amici degli amici.

NO, GRAZIE – ai bulletti di partito, agli ometti e alle donnette di quartiere sempre pronti a correre in soccorso del vincitore, ai candidati fedeli al motto “Franza o Spagna purchè se magna”.

NO, GRAZIE –  al Bene del Paese, alle calunnie di agire “contro la comunità”, alla colpevolizzazione di essere “fuori dal sistema” e all’accusa di minare la stabilità sociale.

NO, GRAZIE – ai fanfaroni, ai palloni gonfiati, agli ignoranti, ai ballisti e ai millantatori di competenze mai dimostrate. Agli indecisi, gli apatici, gli indifferenti e i codardi.

Non morirò da “rana”, non ho sconfitto la droga, il cancro, gli infarti e l’incubo di vivere come voi, da “integrato”, per farmi uccidere dalla “normalità” imposta da gente che non stimo, anzi disprezzo.

Ribelle fino alla fine, combatterò per potermi continuare a definire un Uomo Libero, contro tutto e contro tutti quelli che vorrebbero attaccarmi ai fili.

Le palle si “escono” con i fatti, non con gli aforismi (copiati) su Facebook…

®RIPRODUZIONE RISERVATA.

 

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