GLI ‘MBUTI DI MATTEO “VULVIA” RENZI.

di Raffaele Lisco.

Matteo Renzi ha fatto la sua mossa e ha messo gli avversari negli ‘mbuti.

Chi si ricorda della platinata Vulvia, un Corrado Guzzanti in versione femminile che, con i suoi ‘Mbuti, si presentava come divulgatrice di Rieducational Channel?

Ieri, durante le consultazioni avviate dal Presidente della Repubblica Mattarella, un Machiavellico Matteo “Vulvia” Renzi, si è tolto il macigno dalle scarpe e, in un sol colpo, ha infilato gli odiati Grillini e gli ex “compagni” del PD, nel più classico degli ‘Mbuti.

Al cospetto del Presidente Mattarella, accompagnato da Maria Elena Boschi e Teresa Bellanova, ha riferito sull’impossibilità di restare dentro una maggioranza governata da Giuseppe Conte, mentre all’esterno ha nascosto la notizia mascherandola dentro un difficile confronto con i giallo rossi, sui contenuti.

L’imbuto dentro al quale costringere gli ex “alleati”, quelli che ne avevano chiesto la testa provando a sostituire il suo gruppo di deputati e, soprattutto, senatori, con un manipolo di “responsabili” (a tutt’oggi insufficienti), si è manifestato nel comizio “quirinalesco” del Bomba.

Il diktat Renziano, è stato letto da tutti i commentatori politici in modo chiarissimo: dimostrato che non siete stati capaci di farmi fuori”, se volete continuare con questa maggioranza (cioè con Italia Viva), prima di tutto venite a Canossa e mi chiedete umilmente scusa” per avermi insultato per mesi e poi “vi piegate a tutte le mie richieste politiche”.

“Per il bene del Paese” (…), nel rispetto del futuro delle generazioni a venire, per salvare l’Italia, non cadere nella trappola del “debito cattivo” e investire i miliardi del Recovery Fund in modo responsabile e produttivo, cari Cinquestelle e Piddini, se vi mettete a 90° e rifacciamo il governo con persone competenti, capaci ed esperte (cioè io…), potrei anche ripensarci.

Tradotto in parole povere, via le Azzolina, fuori i Bonafede e tanti saluti agli improvvisati tifosi dell’uno vale uno, tanto per rimettere al loro posto bibitari e dee jay (…). A Zingaretti e soci, il messaggio (nemmeno tanto velato) di scegliere tra i compari ultimi arrivati (pentastellati) e l’arguzia strategica dell’ex presidente del consiglio, segretario politico e conquistatore del 40,8% di consenso. Indovinate chi…

Secondo me un capolavoro strategico, capace di ribaltare un quasi suicidio politico e riportare in prima fila un partito da 2% di penetrazione nazionale. L’abile sfruttamento degli errori messi in scena da Conte, Di Maio e Zingaretti.  La “vendetta” contro chi ha palesato l’incapacità di riuscire ad attrarre (almeno) una quindicina di “mercenari” in Senato, regalando di fatto, una vittoria clamorosa a un moribondo politico.

Il “manico” del coltello, per adesso, è saldamente nelle mani di Matteo Renzi, bastava guardare le facce della delegazione PD salita al Colle dopo Italia Viva. Zingaretti, Marcucci, Orlando e Delrio, sguardo basso, poche parole e attapiramento conclamato, sono sgattaiolati fuori dal Quirinale come amanti sorpresi dal marito.

Sicuramente la partita è ancora molto lontana dall’essere chiusa ma per “Giuseppi”, in questo momento, stanno suonando lugubri campane a morto.

®RIPRODUZIONE RISERVATA.

 

 

 

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