di Raffaele Lisco.
Siamo entrati in campagna elettorale e la politica locale inizia a mostrare il VERO VOLTO.
Dopo la pubblicazione della mia intervista (in anteprima) al candidato Roberto Marin che ha fatto il giro della regione, i telefoni degli addetti ai lavori sono diventati roventi, i colleghi della stampa (più o meno “ufficiale”) si stanno esibendo in fantascientifiche elucubrazioni di fantapolitica e alcuni “coordinatori” hanno aumentato notevolmente la dose di Maalox® quotidiana.
Per me che conosco perfettamente la situazione, molto meglio degli “indovini” della qualunque, non resta che stare alla finestra munito di bibita e “popcorn”, a osservare l’agitazione di quelli che pensavano di poter decidere anche per gli altri e invece stanno scoprendo che C’E’ CHI DICE NO.
Purtroppo o per fortuna, esistono ancora dei RIBELLI disposti a pagare il prezzo della loro libertà, mostrare la faccia senza paura di nessuno, mantenere alto il livello della propria coerenza e combattere chiunque cerchi di ergersi a padrone del mondo.
Al contrario dei già “riconvertiti” Moralisti da Socials, quelli che prima pubblicavano compulsivamente qualsiasi magagna territoriale e, adesso, stanno a cuccia, legati alla catena del padroncino “moderato” e candidato (…), chi non ha mai scambiato la propria dignità con qualche offerta conveniente, raddoppia l’impegno per la comunità alla quale appartiene.
Certo, destabilizzare il Sistema, dicendo IO NON CI STO, sia esso di matrice “sinistra”, “moderata” o “sovranista”, è faticoso, difficile e costoso, tuttavia, qualsiasi UOMO LIBERO (o donna) degno di tale qualifica, sa che la dignità non si compra al supermercato ma è una conquista che si ottiene solo dimostrandosi all’altezza, con i fatti.
Troppo facile blandire il potente di turno, con lo scopo di riuscire a ottenere un vantaggio personale che, messo alla prova del consenso popolare, non sarebbe MAI ottenibile. Comodo agganciarsi al carro del (presunto) vincitore, senza fatica, impegno e lavoro, semplicemente tirando fuori la lingua e dichiarandosi “agli ordini”.
Personalmente, dal basso della mia inutilità, adoro essere “sottovalutato” dai miei avversari, assumere la condizione di quello che “…dove vuoi che vada…”, muovermi liberamente nel campo degli stupidi, se confrontato con gli “statisti” ai quali disgusta il solo pronunciare il mio nome.
Mentre loro gigioneggiano nel Brodo della Vanità, io mi preparo a scavargli la fossa, com’è già successo in altre situazioni rimaste nella storia…
C’E’ CHI DICE NO.
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