di Raffaele Lisco.
Il nuovo Presidente del Consiglio deve ancora iniziare e ha già sconfitto la pandemia…
Un anno. Dodici mesi di vita persi per colpa del virus che ha colpito duramente tutto il mondo.
L’intero 2020 da cancellare dai ricordi delle nostre vite, la delusione di non poter più gestire la propria libertà, la scoperta da parte dei giovani di cosa sia il “coprifuoco”, il pesante prezzo di vite umane, pagato soprattutto dai nostri anziani e la tragedia economica da lockdown che le nostre partite iva stanno pagando.
Quanto sembra lontano il tempo in cui il “virologo” televisivo appariva con tutto il suo bagaglio di sadica scienza? Chi si ricorda delle statistiche, classifiche, reports e sondaggi che raccontavano, a tutte le ore, il disastro nel quale eravamo caduti?
Ovunque lo sguardo o l’ascolto si posasse, dentro qualsiasi trasmissione audio o video, su tutto il cartaceo disponibile e perfino sul web infinito, i faccioni dei Galli, Burioni, Pregliasco, Crisanti, Capua e compagnia cantante, comparivano come vampiri appena usciti dal sepolcro. Tutti assetati di sangue popolano, tutti autorevoli membri di un qualsiasi CTS (Comitato Tecnico Scientifico) purchè a pagamento.
Poi è arrivato Super Mario Draghi e la pandemia è scomparsa, almeno dai teleschermi.
Non si muore più di Covid 19 e anche per quelli che ancora si ostinano a schiattare, nonostante la notizia non faccia più audience (…), meglio classificarli “alla vecchia”, ovvero defunti per carcinoma, coccolone cardiaco, metastasi e/o altre patologie ritornate di moda…
Abbiamo il giocattolo nuovo, dobbiamo partecipare al Circo Politico, calarci nella diatriba Renzi si Renzi no, commentare i salti mortali di Salvini, domandarci se il fratello brutto di Montalbano riuscirà a sputtanare il partito (ancora una volta) e fino a quanto i Cinquestelle saranno pronti a vendere le chiappe per non scomparire del tutto.
Allora, forse, i “complottisti” un pò di ragione ce l’avevano. Che il virus ci fosse non è discutibile nemmeno per il più cocciuto dei negazionisti, tuttavia, una buona dose di esagerazione attribuita agli organi d’informazione nel “caricare” i fatti, non la possiamo nascondere.
Come sempre, tipicamente “itagliano”, ancora una volta, il vizio di non accettare la mezza misura si palesa prepotente. O tutto bianco, o tutto nero, il grigetto non piace, non fa notizia, non vende.
Non ci resta che aspettare, da rispettosi sudditi, di sapere dai “bravi giornalisti”, quello che ci toccherà domani.
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