di Raffaele Lisco.
Decisa la promozione turistica per la stagione estiva 2021. Arriva la “Pimpa”.
Sottoscritto, nei giorni scorsi, il protocollo di intesa che il Comune di Grado stipula annualmente con le categorie maggiormente rappresentative del comparto ricettivo e con PromoTurismoFVG, per stabilire le modalità di destinazione del gettito derivante dall’imposta di soggiorno.
Per il 2021, l’importo a disposizione, derivante dal gettito raccolto nel 2020 e dalle somme non utilizzate dell’intesa riferita al 2020 (gettito 2019), è di 387.522,84 euro. A tale cifra si aggiungono i fondi statali per 159.881,18 euro che la Regione ha assegnato al Comune di Grado nel 2020, per coprire parzialmente il minor gettito di imposta a seguito della pandemia da Covid-19. L’intesa è stata dunque sottoscritta tra le parti per l’importo complessivo di 547.404 euro (comprensivi dei trasferimenti statali/regionali a sostegno del minor gettito d’imposta di soggiorno registrato nell’anno 2020) fondi destinati alle azioni condivise dal “tavolo per gli investimenti su promozione e servizi” per l’anno 2021.
I detentori della Tassa di Soggiorno, ovvero il Comune di Grado, Consorzio Grado Turismo e Grado in Rete (con l’aggiunta di ConfCommercio), hanno partorito le “strategie” di spesa dei 547.404 euro a disposizione per la promozione turistica dell’isola, presentando a PromoTurismo FVG il piano in oggetto.
Oltre alla conferma di ben DUE uffici stampa, uno “nazionale” e l’altro “estero”, l’implementazione di non ben definiti “strumenti informatici” (sic!) e “marketting” assortito, la roboante strategia uscita dalla “fusione” delle genialità dei Presidenti in pectore e dell’assessore al turismo Matteo Polo, punterà sulla “Pimpa”.
Che dire? Se il turismo gradese è visto come il prodotto dedicato alla clientela che va da 1 a 6 anni, il cluster scelto dai “professionisti” di cui sopra è perfetto. Diverso il discorso se la ormai defunta “Perla dell’Adriatico” volesse misurarsi con altre località turistiche di spessore superiore.
Anche per quest’anno, possiamo dimenticarci un livello qualitativo di alto profilo, la ricerca del cliente medio alto e la scelta di puntare a un’immagine più simile alle località “top”, piuttosto che al “dormitorio” nel quale siamo scaduti. Accontentiamoci dei “girotondi” da asilo infantile, il solito “pendolarismo” di prossimità, interi stormi di burini accampati ai giardinetti e la riproposizione di mercatini degli stracci con contorno di spettacolini da Bulgaria pre Glastnost.
Se questo è ciò che vogliono gli imprenditori del turismo locale, se la scelta di farsi governare da chi interpreta l’accoglienza come un suk marocchino e il fatturato lo cerca tra la massa di quelli che vanno a letto prima delle 21, allora la “Pimpa” è decisamente quello che si meritano.
Per chi ha vissuto gli anni d’oro di Grado, le notti infinite e il dilemma in quale discoteca fare mattina, dopo aver girato per i mille mila locali ormai trasformati in bazaar dei Bangla, almeno rimane la soddisfazione di poter dire agli sfortunati giovani d’oggi, “…io c’ero…”.
A Grado arriva la “Pimpa”, a Montecarlo rosicano…
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