di Raffaele Lisco.
Anche quest’anno è arrivato l’8 Marzo, la giornata della donna, il festival dell’ipocrisia.
Consapevole di essere percepito, dal resto del mondo, come un essere cinico, insensibile, irrispettoso e asociale, non posso che dare conferma dei miei “talenti” (dei quali vado orgoglione), lasciando ai posteri il mio commento sulla Giornata della Donna.
Oggi, 8 Marzo, ricorre l’annuale Festival dell’Ipocrisia che, in questo caso, ha il genere femminile come protagonista assoluto. Sull’altare del simbolo pagano, in onore delle nostre “metà”, vengono sacrificate intere foreste di mimose e il fatturato delle aziende dolciarie raggiunge il picco annuale, sotto forma di cioccolaterie a forma di cuore.
Il solito metodo assolutivo per lavarsi una coscienza più nera della pece; il furbo metodo per cancellare gli altri 364 giorni da “padroni” totalmente disinteressati sui sentimenti, dolori e preoccupazioni che, quotidianamente, noi ometti infliggiamo alle “nostre” donne.
Senza arrivare ai casi estremi di femminicidio che riempiono la Cronaca Nera della stampa, male assoluto di una Società incapace di ufficializzare Pari Diritti di genere ed equiparare maschi e femmine sullo stesso livello, basta entrare in una qualsiasi famiglia italiana per rendersi conto della differenza che c’è tra uomo (marito) e donna (moglie, fidanzata, compagna).
Già la definizione dei ruoli è rivelatrice su come “lui” sia unico e “lei” possa assumere diverse connotazioni sociali. Se a questo aggiungiamo la forma di Diritto alla quale appartengono le diverse situazioni famigliari, non diventa difficile comprendere cosa valga nella Società una “moglie”, rispetto a una “compagna” o, peggio ancora, una semplice “fidanzata”.
Ancora oggi, anno 2021, nonostante le donne abbiano dimostrato di poter essere superiori di gran lunga al genere maschile, si siano distinte in ogni campo tecnico, culturale, politico, sportivo e artistico e confermino tutti i giorni di possedere una forza di volontà capace di reggere un’intera famiglia, il pregiudizio uomo/donna sopravvive meglio del CoronaVirus.
Oggi non sarà un 8 Marzo come tutti gli altri, alle donne non sarà permesso di godersi 24 ore di tregua dalla guerra di trincea da combattere per il resto dell’anno, i “festeggiamenti” resteranno confinati dentro casa, per colpa della pandemia che tutto avvelena. Cancellate le “pazziate” con le amiche e addio al muscoloso spogliarellista da Club delle Sfigate.
Però c’è qualcosa che noi maschietti possiamo fare, per rendere omaggio alle nostre mogli, compagne, fidanzate, oltre alla vergognosa presentazione del rametto di mimose rubato da qualche giardino (…) o la scaduta scatola di cioccolatini comprata a prezzo di saldo.
Almeno per oggi, proviamo a essere gentili, comprensivi, amanti e dolci. Proviamo a interpretare la parte dell’uomo che loro sognano, il marito, compagno, fidanzato ideale, l’altra metà di un cielo dove splende sempre il sole.
E’ un piccolo e breve sacrificio che si sono ampiamente guadagnato, sopportandoci.
Tanto, dalle 00.01 del 9, possiamo ricominciare a menargli…
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