di Raffaele Lisco.
C’era una volta un Cazzaro che diceva di comprarsi le quote ITUR. Purtroppo c’è ancora…
Oggi vi racconto una storia che conferma ancora una volta (se mai ce ne fosse ancora bisogno) di quanto poco possa valere quello che spergiura (a verbale) un ometto qual è Dario Raùgna – sindaco di Grado.
Siamo in data 10 dicembre 2020, l’Italia ancora spera che il governo GialloRosso sarà capace di salvare le Festività Natalizie e i CWC nostrani, insieme al Consorzio Grado Turismo (sic!), annunciano roboanti iniziative isolane (Grado Isola del Natale – ndr) che, per i creduloni, rilanceranno il fatturato degli imprenditori gradesi.
In mezzo a questo scoppiettante marasma di “ottimismo”, in attesa delle folle in arrivo sull’isola, moltitudini previste per la “Marcia del Panetòn” (ri-sic!), alle ore 11 del mattino del suddetto giorno, presso la sede sociale dell’azienda, si tiene l’Assemblea dei Soci della Git S.p.A.
I soci convocati, ovvero Lucio Gomiero per PromoturismoFVG (86,21%), Dario Raùgna per il Comune di Grado (10,62%), Gianluca Madriz per CCIAA (2,55%) e Adriano Bernardis per ITUR (0,62%), aprono i lavori ascoltando la relazione dell’Amministratore Unico della Git SpA, Alessandro Lovato, esposizione durante la quale il dirigente comunica la previsione di chiusura in perdita del bilancio, in una forchetta che va dai 100 ai 500 mila euro.
Fino a qui normale amministrazione aziendale, non volendo considerare il “fattaccio” durante il quale il “democratico” sindaco di Grado, Dario Raùgna, perde letteralmente la testa, accusa Lovato di essere un “venduto” (solo perchè non allineato sulle sue posizioni deliranti) e, alle 11.54, scappa dall’assemblea sbattendo la porta, lasciando tutti “putrefatti” di fronte a cotanta ignoranza e maleducazione istituzionale.
Detto questo, giusto per ricordare quanto è rimasto ben impresso nella memoria di Gomiero, Madriz, Bernardis e, sopratutto, Lovato, la “chicca” oggetto della “spiata” di oggi è la seguente.
Durante l’Assemblea, il socio Bernardis (Itur), visibilmente contrariato per l’esclusione dai tavoli di lavoro della rappresentanza degli imprenditori privati e il loro mancato coinvolgimento nelle decisioni fondamentali della partecipata, offre al Comune di Grado la possibilità di acquistare la quota posseduta e aumentare il proprio capitale azionario dentro la società.
Naturalmente, allo “sveglio” Dario Raùgna non pare vero di poter fare il ganassa (con i soldi dei gradesi) e si caccia mani e piedi nel trappolone, abboccando come una di quelle “sardine” a lui tanto vicine politicamente. Dichiara ufficialmente (a verbale) che: “…prende atto della disponibilità del socio Itur a cedere la sua quota e comunica che, IL GIORNO SEGUENTE (11 dicembre – ndr), invierà FORMALE PROPOSTA per ACQUISTARNE LA QUOTA…”. (leggi sotto).
Siamo al 10 marzo 2021, “solamente” 89 giorni dopo il granitico annuncio del Cazzaro Lagunare di scapicollarsi ad acquistare il rachitico 0,62% di quote in mano ai privati, dimostrando di capirne meno del mio cane Tito Livio di assets aziendali. Di “giorni dopo” ne sono passati parecchi, eppure le quote Itur sono ancora saldamente nelle mani dei privati. La solita balla tipicamente “civica” che , ormai, non fa più nemmeno notizia.
Infatti, pubblico questa storia a puro beneficio del morale in picchiata dei gradesi, sperando di riuscire a strappare una risata ai miei concittadini (e non), nello scoprire quanto sia da compatire un ometto che crede di essere “qualcuno” ma riesce solamente a farsi ridere dietro da tutti.
Tutto documentato, a verbale, letto firmato e sottoscritto, casomai “qualcuno” volesse smentire…
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