di Raffaele Lisco.
A Grado, il Covid 19 galoppa senza freni. Riflettiamo sul perchè.
Il Comune di Grado, secondo i dati ufficiali, è in percentuale tra le 10 località regionali a più alto contagio da Covid 19. Eppure, per un anno, l’isola del sole si è mantenuta tra i Comuni più virtuosi, un territorio a bassissima densità di contagio e un luogo abbastanza sicuro, nel merito.
Poi, improvvisamente, da qualche settimana, la “variante inglese” è calata come un vento dell’Est sulla nostra località balneare, aggredendo residenti (e non) a multipli di decine di individui di tutte le età.
Il sindaco Dario Raùgna, lo stesso capace di bullarsi, per mesi e mesi, dileggiando i suoi colleghi per la loro “colpa” di aver permesso il contagio sui propri territori, si è ritrovato a comprendere che il “fattore C”, col quale aveva governato (anche) questa situazione, era terminato e adesso toccava a lui giustificare l’inerzia di un’amministrazione debole, incapace e impreparata.
Oggi, alla data del 21 marzo, il numero dei “positivi” gradesi è tra i più alti tra i Comuni di fascia minore (202) e quelli messi in quarantena pure (182), più 9 deceduti. Non vedendo soluzioni nel breve termine, la gente comincia a non credere più alle istituzioni, addirittura contestando gli obblighi sanitari, come potete leggere dalla circolare Asugi n° 266 del 20 marzo c.a. di seguito riportata.
Il fatto che alcuni genitori abbiano deciso di non volersi presentare al controllo sanitario OBBLIGATORIO per legge, rifiutandosi di sottoporre la propria famiglia ai tamponi rivelatori del virus, dimostra palesemente il clima di sfiducia che i gradesi hanno maturato nei confronti della Sanità Regionale, Provinciale e Comunale.
Pur stigmatizzando la scelta dei genitori “latitanti”, di non presentarsi ai controlli, rischiando di cadere in sanzioni da Codice Penale ed esponendo le persone a loro vicine al potenziale rischio di contagio, posso comprenderne il disagio conseguente a una informazione municipale ASSENTE, troppi pasticci messi in campo da chi dovrebbe risolvere, invece di aggravare e l’incompetenza di quelli che, sull’isola, si vendono come “assessori alla Sanità” senza averne alcun titolo.
La triste verità, è che a Grado si sono concessi comportamenti troppo permissivi, non si sono effettuati i dovuti controlli e tutti hanno potuto vedere il clima di promiscuità che ha scatenato il contagio generale degli “amanti dello spriss”. Altro che le denunce del solito Cazzaro Tricolore (Dario Raùgna) sulle “presunte” colpe del Presidente della Regione (Fedriga) sugli arrivi domenicali dei “trentamila” (sic!) pendolari “tutti ammalati”…
Adesso, la nuova “scusa” è diventata quella di vaccinare i “gradesi produttivi”. Per “salvare la stagione” o, meglio, per “salvare la poltrona”, come sarebbe più onesto affermare.
Tanto, ormai, i gradesi (e non), non ci credono più.
®RIPRODUZIONE RISERVATA.