di Raffaele Lisco.
Con l’installazione dei cessi da cantiere sulle aiuole di Città Giardino, abbiamo toccato il fondo.
Quando una delle mie Spie mi ha inviato la fotografia (che potete vedere in testa articolo) non ci volevo credere e ho chiesto, specificatamente, se fosse una cosa provvisoria o stanziale. Alla risposta sulla sistemazione a tempo indeterminato dei due cessi da cantiere in piena aiuola cittadina, ho capito che, ormai, avevamo toccato il fondo.
Sapevo benissimo che, l’amministrazione “civica” di Dario Raùgna, aveva portato con sè quel profumo di coattismo che accompagna chi non ha mai vissuto nel bello, ha come confine “artistico” il classico atteggiamento “burino” e la “mezzamanica” è la cifra massima distintiva del proprio “stile”.
E’ vero che si usa dire che “l’abito non fa il Monaco”, tuttavia, quando un sindaco si presenta alle cerimonie ufficiali con la giacchetta dalle maniche “abbondanti” e il bottone centrale a rischio esplosione, assumendo la classica postura dell’indossatore sformato, non ci vuole un Enzo Miccio per domandarsi “…ma come ti vesti?…”.
Eppure, proprio quando credi di aver visto tutto e sei convinto che il limite massimo sia stato raggiunto, ecco arrivare il pugno dello stomaco, il calcio nelle palle, l’abominio urbano dei cessi da cantiere posizionati sull’aiuola, le deiezioni umane lasciate a “profumare” il quartiere, la dimostrazione di quanto ti stia a cuore l’immagine della città che amministri. Male.
La giustificazione del sindaco e del suo “ingeniere” Fabio Fabris (sic!), quello che oltre a farsi fregare i mosaici da sotto il naso è così furbo da piazzarsi i cessi sotto casa (…), sarebbe che i “servizi igienici” installati con tanta intelligenza, servono per gli ambulanti del mercato del sabato. Mezza giornata alla settimana, per l’utilizzo di un obbrobrio fisso sette giorni su sette…
Onestamente, per me che abito in Colmata, abbastanza lontano dai Cessi di Raùgna (…), il problema visivo non si pone, però se penso a chi abita in quella zona, a chi si reca nell’ufficio postale adiacente e a chi transita per Città Giardino di passaggio e si domanda chi possa essere quel fenomeno di zozzeria amministrativa capace di arrivare a tanto, riesco a percepire l’indignazione che li assale.
Per me quest’opera d’arte tipicamente “civica” non andava fatta, tuttavia, se proprio gli ambulanti erano a rischio incontinenza fecale e urinaria (ci sono dei bar in zona…), almeno posizionare le due “bellezze” in un luogo meno vistoso e/o cercare di mascherarne la visione con un paio di pannelli, sarebbe quello che avrei fatto io al posto degli “ssssienziatti” di Raùgna.
Purtroppo, come ho titolato, adesso è dimostrato che “…per Raùgna, Grado è un cesso…”.
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