di Raffaele Lisco.
Difficile aspettarsi Moti Rivoluzionari, da chi è abituato a stare sul divano…
Ho seguito con curiosità e interesse il “carteggio” intercorso su Facebook, tra qualche gradese arruffapopolo pronto a indossare l’elmetto e “scendere” a Roma, per dare il proprio contributo alla protesta organizzata dal Movimento “Io Apro”.
Conoscendo molto bene i miei polli, ero curioso di vedere quale sarebbe stato l’epilogo all’incitamento popolare di “scendere in piazza”, aggregarsi per costruire il “Gruppo Grado” e mostrare il proprio “coraggio” rivoluzionario coi fatti e non solo coi posts.
L’escalation iniziata a colpi di “…chi viene a Roma?…”, “…quanti pullman riempiamo?…” e “…facciamo vedere all’Italia chi siamo…”, tutti proclami sottoscritti al grido di “…presente!…”, man mano che passavano le ore, si sono riconvertiti in “…pensiamoci meglio…”, “…ma si può andare?…”, “…ammiocugino ha detto che ti bloccano prima di arrivare…”.
Insomma, il tam tam dei “combattenti” (tipicamente gradesi), partiti Leoni e rimasti Coglioni, nel giro di un pomeriggio di un sabato qualunque, ha impietosamente cominciato a battere il Ritmo della Rinuncia e tutto il fervore iniziale è scemato in un amen.
Un film già visto troppe volte sull’Isola dei Corcai, la solita storia di quelli che “…vorrebbero ma non possono…”, sempre gli stessi pronti a battersi il petto da offrire alla mitragliatrice nemica, salvo poi correre a nascondersi al primo colpo esploso per sbaglio. Quelli delle magliette in piazza, pronti però ad applaudire il “contestato”, quelli “apolitici” solo perchè il terrore della ritorsione colpisce l’intestino dei leoni da social.
Dispiace, soprattutto perchè la buona fede di alcuni singoli è indubitabile, posso giurare sulla vera volontà di qualcuno di metterci la faccia, per cercare di cambiare mondi locali, regionali e nazionali diventati inaccettabili. Peccato che quando si trasformano in “branco”, invece di rafforzarsi grazie all’unione dei singoli (come il teorema vorrebbe), il “caveme ‘n ocio” isolano vada a distruggere anche la migliore intenzione.
Ancor di più, leggere le pietose giustificazioni di soggetti, per me utili come un gatto appeso ai maroni (…), personaggi che ancora non hanno capito che la politica non è per loro, talmente poco onesti da schierarsi per primi, salvo sfilarsi una volta compreso che “loro”, il giorno della protesta “romana”, potranno riaprire la bottega e lavorare, dimostra quanto sarà già difficile cambiare il futuro qui, a casa nostra, altro che Roma.
Armiamoci & Partite…
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