di Raffaele Lisco.
Botta e risposta, tra l’assessore regionale Sebastiano Callari e il sindaco di Grado Dario Raùgna.
Accesa l’ennesima polemica tra la Regione FVG e il Comune di Grado, il sindaco Dario Raùgna accusa il Demanio di “vergognose” azioni intraprese a sfavore della nostra città. Pubblico la risposta dell’assessore regionale Sebastiano Callari, sulla querelle inerente la proprietà concessionaria della Costa Azzurra.
Scrive il sindaco Raùgna:
Il caso spigoloso riguarda la proprietà della “Costa Azzurra” che ha visto il Comune vincitore in primo grado contro lo Stato e ora costretto a resistere in appello dopo l’impugnazione della sentenza. Inaspettatamente la Regione, in un primo momento defilata, ha assunto le posizioni dello Stato contro il Comune sposando la tesi per cui la “Costa Azzurra” apparterrebbe al demanio Statale. Fa specie che la nostra Regione, governata dalla Lega, non riconosca il valore delle autonomie locali, vero cavallo di battaglia ma regolarmente disatteso, come in questo caso. UNA VERGOGNA!”
La risposta dell’assessore regionale al Demanio, dott. Sebastiano Callari, non si è fatta attendere e, a stretto giro di agenzia, ha voluto informare il bellicoso sindaco di Grado che:
La Regione si è spesa contro l’aumento dei canoni demaniali – afferma Callari – anche a costo di incorrere in un contenzioso con il Governo, e sulla Costa Azzurra di Grado non ha avviato alcuna controversia, ma ha solo risposto a una richiesta di chiarimento posta dallo Stato. La Regione ha sempre rivendicato la propria autonomia proprio per venire incontro allo sviluppo del territorio. Bisogna ricostruire i fatti, non inventarli. La controversia è stata avviata dal Demanio statale contro il Comune; il primo ha rivendicato la proprietà della medesima area. Con sentenza di primo grado il Tribunale ha rigettato il ricorso presentato dallo Stato, asserendo che il medesimo sedime era di proprietà della Regione. Pertanto lo Stato – ribadisce Callari – ha impugnato il pronunciamento del giudice e ha richiesto alla Regione di intervenire nel procedimento al fine di definire, effettivamente, il quadro legislativo vigente. Ristabilendo la verità, è chiaro purtroppo che le accuse alla Regione del sindaco di Grado, intervenuto sull’argomento in questi giorni, vanno etichettate come bugie elettorali“.
Volendo restare ben lontano dalle baruffette tra “eletti”, quello che non si riesce a comprendere, è il curioso atteggiamento di un sindaco che non si presenta nemmeno alle udienze regionali delle Commissioni dedicate proprio a risolvere i problemi legati alle spiagge di Grado e Lignano ma, in compenso, non perde tempo nello scagliarsi, ancora una volta, contro quelli da cui va a elemosinare aiuto quando in difficoltà.
Anche l’ultimo degli stupidi (…) capirebbe che il miglior modo per non ottenere nulla da chi ti sovrasta nella piramide decisionale, è proprio quello di ingaggiare impari sfide tra governati e governanti. Alzi la mano chi crede che andando a dare del cretino al proprio capufficio, possa ambire alla promozione. Oppure, omaggiando la consorte col termine di “chiattona”, ne ottenga le grazie e la comprensione…
Impossibile, logicamente, aspettarsi la collaborazione concreta, da parte di una regione decisamente stufa di dover dialogare con un rappresentante istituzionale posseduto dai fantasmi conseguenti alla sua manifesta mania di persecuzione, salvo confermare ulteriormente che Grado continuerà a scontare sulla propria pelle, a caro prezzo, la superbia del proprio sindaco…
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