di Raffaele Lisco.
Ecco una delle prove che inchiodano il sindaco di Grado, Dario Raùgna, alle solite menzogne spacciate per verità.
Lo stucchevole e “stufoso” scazzo tra il sindaco di Grado, Dario “Cazzaro” Raùgna e l’assessore regionale Sebastiano Callari, ha visto l’intromissione a gamba tesa nella discussione, del consigliere regionale del PD Diego Moretti, “sostenitore” al quale farei ascoltare la quantità di video e audio presenti nei miei archivi, che comprovano la maleducazione istituzionale del suo protetto…
Tuttavia, giusto per non passare per stupido, provo a spiegare ai concessionari della Costa Azzurra e ai cittadini di Grado, il “meritorio” tentativo di Raùgna di far pagare il canone minimo affittuario delle relative porzioni di arenile demaniale, a tariffa PIENA, ovvero la cifra di euro 2.500 (duemilacinquecento), al posto dei 361 (trecentosessantuno) euro stabiliti dalla regione per l’anno in corso.
Come si può facilmente comprendere dal carteggio intercorso tra il funzionario del Comune di Grado (sig. Mauro Maran) e la responsabile dell’ufficio regionale (dott.ssa Gabriella Pasquale), il richiedente locale domanda al destinatario regionale se sia applicabile per l’anno in corso (2021), in “via prudenziale”, il massimo tariffario di 2.500 euro, secondo la norme dell’art. 100 del DL 14 agosto n°104, prevedendo l’eventuale rimborso delle somme in eccesso (nel 2022), in caso di rigetto della Corte Costituzionale.
La risposta della regione, nel merito, informa il Comune di Grado che, a proprio parere, la norma legata all’art.11 comma 1 della Corte Costituzionale, fino a sentenza contraria, è VALIDA ed EFFICACE. Quindi, applicare il massimo della tariffa ai concessionari della Costa Azzurra, sarebbe unicamente una decisione voluta dal Comune stesso.
Non ci vuole la competenza di un economista per comprendere che, Dario Raùgna e i suoi compari, spinti dal desiderio di taglieggiare i propri imprenditori balneari, invece di applicarsi per difendere la categoria e domandare il minimo tariffario (361 euro) stabilito dalla regioneFVG, salvo a seguito costituzionalmente negativo conguagliare la somma mancante, si comporta al contrario, pretendendo il massimo subito (2.500 euro) e, poi, casomai, scontare (l’anno dopo) i 2.139 (duemilacentotrentanove) euro, incassati indebitamente.
Questo è REALMENTE il sindaco di Grado, Dario Raùgna, il solito statalista pronto a penalizzare i suoi amministrati, salvo poi correre a nascondersi dietro la sottana dei vari Moretti & C., per farsi vendere come quelli che devono subire le imposizioni “fascioleghisterazziste” del governo regionale di Massimiliano Fedriga.
In conclusione (per adesso) dell’ennesima brutta dimostrazione di come la politica politicata vada SEMPRE a discapito dei cittadini (…), non posso altro che auspicare la fine delle diatribe quotidiane accese dal sindaco di Grado nei confronti dell’amministrazione regionale.
La maggioranza dei gradesi “produttivi” e non, ne hanno piene le tasche delle “muscolarità” da campagna elettorale alle quali devono assistere come spettatori paganti. Siamo arcistufi di veder passare “miglioni” lontani dall’isola, solo perchè la spocchia di un gruppetto di incapaci non accetta l’evidenza del loro dilettantismo.
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