di Raffaele Lisco.
Tanto rumore per nulla. Il “coprifuoco” è solo un’invenzione della politica…
Emendamenti, mozioni, interrogazioni e altre amenità utili solamente per riempire il tempo dei talk show all’interno dei quali, quotidianamente, ci rincoglioniscono a mezzo virologi, infettivologi ed “esperti” della qualunque. Questa la funzione degli editti governativi ai quali gli Italiani non credono più.
Il principale protagonista dell’informazione pandemica, unico soggetto presente nella comunicazione mediatica attuale, è il “coprifuoco”, ovvero l’obbligo di rientrare a casa entro e non oltre le ore 22.
Sono giorni che la politica si sta coagulando attorno a questa norma che sembra addirittura più pericolosa del virus stesso, la causa dell’insofferenza di un intero popolo e la conseguenza della recessione economica nazionale.
Fuffa pura, tornadi interi di aria fritta, l’espressione palese di come trasformare una norma, che anche i bimbi sanno ingestibile, nel tormentone partitico di chi ci specula sopra. Il “coprifuoco” avrebbe un senso se ci chiamassimo tutti Olaf o Astrid e non Salvatore e Nunzia, fossimo un popolo rispettoso dei regolamenti e non una rappresentanza, tipicamente latina, di quelli che “interpretano” a seconda della convenienza personale.
Onestamente, alzi la mano chi crede veramente che esista sul territorio nazionale, qualcuno pronto ad alzarsi dal tavolo del ristorante in tempo utile per compiere il tragitto che lo separa da casa. Oppure chi disposto a mollare il colpo perchè “in ritardo” nei tempi, a rischio di sforamento dell’orario.
Sappiamo tutti che a giorni, miracolosamente, la “curva del contagio” si abbasserà (anche se non vero…) e il “coprifuoco” si estenderà, come un elastico, verso orari più “notturni”. La stagione estiva è alle porte e la minaccia di concorrenza con la Spagna e la Grecia è il miglior stimolo per obbligare il governo a cedere sulla prevenzione, in nome del PIL…
Giusto o sbagliato non sta a un “umile” blogger stabilirlo, tuttavia, a mio modesto parere, ancora una volta entreremo nel solito “democratico” metodo Salomonico di voler accontentare tutti, mettendosi nelle condizioni di pagare pegno più avanti, come le Cassandre “ssssientifiche” già ci preannunciano.
Qui, sull’Isola del Sole, nemmeno commento il prevedibile puttanaio generale che si attiverà al primo giorno festivo di caldo vero. Mi basta chiudere gli occhi per immaginare migliaia di pendolari in calata libera sulle spiagge gradesi, senza controllo, senza prevenzioni, senza indirizzi e senza programmazione.
Se siamo riusciti a diventare “focolaio” d’inverno (quasi 500 contagiati…), quando siamo in quattro “corcai”, figuriamoci a giugno, quando (si spera) Grado si riempirà di ospiti…
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