TANTO POI, BASTA “SCUSARSI”…

di Raffaele Lisco.

Per rovinare la vita di una persona, basta un attimo. Per “scusarsi” anche

Il clamoroso “voltafaccia” interpretato da Luigi Di Maio (da “boia” a “pentito”…), nella vicenda che ha visto l’assoluzione dalle accuse di turbativa d’asta l’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti (PD), è stata la dimostrazione evidente di come basti “scusarsi” per passare un detergente “colpo di spugna” sulle proprie malefatte. Politiche, professionali, personali e famigliari.

Intere vite distrutte dal semplice “sospetto”, la ricezione di un avviso di garanzia che, invece di essere l’atto legale a tutela del presunto reo, si trasforma in sentenza definitiva senza se e senza ma. Il “mostro” finisce in prima pagina e, se ha fortuna (e riesce a dimostrare la sua innocenza), ne uscirà, dopo anni, con il trafiletto “riparatore” vicino agli oroscopi.

Personalmente, posso vantare una certa esperienza nel campo delle “chiamate di corrèo”; qualcuna meritata, la maggior parte conseguenza del mio “non saper tacere” sulle porcherie che i troppi dilettanti allo sbaraglio tentano invano di far passare come “buon governo” dei “migliori”.

Negli ultimi dieci anni, il potere mediatico di quelli che hanno sfruttato la malapolitica delle segrete stanze, come grimaldello per far leva sulla volontà del popolo di “farsi giustizia” da sè, quelli convinti che “uno vale uno” solo per far numero in Parlamento e portare un serraglio di bambocci/e a gestire una nazione, già messa abbastanza male, ci ha rimbambito con puttanate tipo la “decrescita felice” e ha stroncato qualsiasi tentativo di premiare i più meritevoli, a vantaggio del “primo che passa”.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: quel “socialismo” alla Di Battista (l’unico ancora convinto, nel suo Movimento) tanto sbandierato come “nuovo che avanza”, ha regalato una vita migliore ai miracolati, facendo capire loro che è meglio piangere dentro una macchina di lusso, piuttosto che seduti per terra

A tutti i livelli, certificate teste di minchia, sono riuscite a conquistare il potere, semplicemente truffando gli elettori con la promessa di un Governo “diverso”, spacciando l’incompetenza come una virtù figlia dell’honestà che ricopre i “civici”, i “candidi”, gli oppositori della “vecchia politica”.

Niente di più illusorio, meschino, falso e truffaldino. Come disse un “saggio” che la sapeva lunga: “…il Potere logora chi NON ce l’ha…” e, infatti, non appena il pezzente (qualunque) riesce ad appoggiare il suo rachitico deretano sulla “pubblica” poltrona in pelle, magicamente inizia ad allargare le terga e raggiungere dimensioni imprevedibili anche per sua madre.

Il seguito è un attimo, in meno di un amen la nullità raggiunge livelli autocelebrativi incontenibili, la spocchia trabocca e “…la merda monta in scagno…”. Per gli “onorabili” (…) l’unico “dialogo” praticabile con i “dissidenti”, è quello a colpi di carta bollata, infamie, denunce, delazioni e delegittimazioni.

Tanto poi, se va male e nei tribunali vincono i “diffamatori, basta “scusarsi”

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