di Raffaele Lisco.
Le “Sardine” entrano nel PD. I “Sardoni” invece, pure…
Il mercato ittico è una delle peculiarità delle città di mare, per l’ovvio motivo della vicinanza al prodotto principe da commerciare. “L’isola di Grado” (che isola non è…), è nota nei territori dell’Alto Adriatico, per il cospicuo uso di Pesce Azzurro.
Se le “Sardine” della sinistra targata Partito Democratico nascono in terraferma, zona Emiliano Romagnola, luoghi dove hanno più mercato le “piadine”, piuttosto che le Sardine, qui da noi la comparsa dei “Sardoni” (stessa specie della sardina, solo più “cicciona“…) è ampiamente giustificata dal territorio lagunare.
Fuori di metafora, “Sardine & Sardoni“, riflettono in egual misura la “furba” intenzione politica di “usare” il solito gruppetto di utili idioti, senz’arte ne parte, all’interno del comodo contenitore di una sinistra dove basta gridare all’antifascismo, per diventare “statisti” certificati e indispensabili amministratori pubblici.
Questa è l’Epoca del Dilettante “Civico”, la resa incondizionata di una politica incapace di mostrarsi degna di rispetto, la sconfitta del principio democratico e l’accettazione di essere solo “chiacchiere e distintivo”, nel giudizio impietoso della stragrande maggioranza degli elettori.
I partiti hanno capito di essere diventati “impresentabili”, soprattutto per le azioni illegali dei propri rappresentanti (esclusi pochissimi galantuomini e donne), gente ormai presente in Cronaca unicamente per notizie di corruzione, clientelismi, ruberie e malversazioni a favore degli “amici”.
Ecco spiegato il motivo della precipitosa virata dei partiti verso la Società Civile, l’arruolamento degli imprenditori di successo, la rincorsa ai professionisti dell’Arte, della Medicina e/o qualsiasi altro tipo di personaggio fino a oggi “escluso” dalle stanze del Potere.
Una “riverginità” obbligatoria, per restare a galla e non affondare nel Mare di Sterco autoprodotto da quelli che, per decenni, hanno mangiato alla grande sulla pelle del popolo, convinti che ce ne fosse all’infinito. Invece, finita la cuccagna, per continuare a vivere a scrocco, è necessario mandare avanti altre facce, visi “puliti” da sporcare con comodo…
“Vieni avanti cretino!…”, era il tormentone dei films da sale infette dei dopolavoro degli anni ’70, quelli con Alvaro Vitali “Pierino” e le tette della Fenech. “Capolavori” della cinematografia che hanno abbassato irreversibilmente la vista a quelli della mia generazione…
Nel segno dei Corsi e Ricorsi Storici di GianBattista Vico, un ottimo slogan da spendere ancora oggi, per arruolare alla causa Sardine & Sardoni, “cretini” da concorso.
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