di Raffaele Lisco.
Legittimo e comprensibile crederci ma, una cosa è la speranza, un’altra la realtà…
Oggi, mi divertirò a rovinare i sogni di quelli che pregano il loro Dio che Dario Raùgna e la sua scalcinata coalizione, possano governare Grado per altri cinque anni. La mia Analisi Politica, poggia su solide costruzioni che vanno aldilà della preferenze personali.
Ecco un esempio lampante di “illusione” di parte, la plastica dimostrazione di come la “tifoseria” possa accecare delle persone già ignoranti dei sistemi che muovono le scelte elettorali di una comunità.
Per uno Scaramuzza “entusiasta” (forse perchè non vive a Grado…), incapace di accettare le cause che hanno eletto e mantenuto in vita i suoi paladini “civici” per un’intera legislatura, ovvero la divisione del centro destra nel 2016 (Lega isolata fuori dai giochi), un opposizione “inquinata” dalla “stampella” Luciano Cicogna e la mancata organizzazione degli assessori e consiglieri dimessi (Caterina Bellan e Damiano Marchesan)) o passati all’opposizione (Sebastiano Marchesan e Dario Lauto), sono stati i VERI motivi che hanno impedito al sottoscritto di mandare a casa, anzitempo, i suoi beniamini.
Oggi, a circa tre mesi dalla prossima tornata elettorale locale, per prevedere quale coalizione governerà prossimamente il Comune di Grado, basta affidarsi alla matematica, considerare la tendenza sociale sbilanciata a destra dei gradesi, annullare “l’effetto novità” dei finti civici (ormai smascherati come “sinistri”) e fare la sintesi di quanto percepito dagli elettori isolani, sul “buon governo” di Raùgna & C.
Abbastanza per portarmi ad affermare che, per “vincere facile” le elezioni gradesi (anche se non è mai così…), al centro destra basterà mantenere una posizione unitaria, evitare frizioni interne tra “primedonne” in cerca di visibilità o lotte intestine per la poltrona di prestigio (…).
Presentare un programma “normale”, ripulito da inutili e poco serie promesse da marinaio e saper essere credibili sulla visione di un rilancio della località turistica, da oggi ai prossimi dieci anni, almeno. Inoltre, fondamentale sarà il livello della campagna elettorale che sarà molto alto per il centro destra (supportato dal Governo Regionale…) e molto basso per la sinistra uscente.
Grado non è mai stata (ne mai lo sarà) una comunità “comunista”. Sicuramente gli isolani fanno parecchia fatica a non farsi intortare dalle promesse degli imbonitori da televendita, come Dario Raùgna. Tuttavia, l’ultima “lezione” sembra sia stata recepita, anche dal più convinto ex sostenitore della truffa “civica”.
Infine, sommando i voti ottenuti nel 2016 dai candidati Roberto Marin, Claudio Kovatsch, Lega e Pensionati, la differenza con quelli incassati dal Coordinamento Civico di Raùgna, PD e alleati minori, dimostra uno scarto di più della metà tra la somma dei primi contro quella dei secondi. Se aggiungiamo il fatto che Impegno per Grado (Marchesan e Lauto) non farà parte della Lista Raùgna ma porterà i suoi voti al candidato di centro destra, si rafforza la mia previsione.
Simbolicamente, nella foto di testa articolo, gli “Esuli” Dario Raùgna, Sara Polo e il fanciullo Matteo Polo, rappresentano, nell’immediato, il futuro politico di Grado.
Il tempo dirà se avrò avuto ragione, ancora una volta…
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