di Raffaele Lisco.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo, la denuncia di una parente impossibilitata alla visita della madre, degente presso Casa Serena di Grado, a causa degli orari impossibili imposti dalla dirigenza.
Purtroppo, nonostante la pandemia da Covid stia rapidamente scemando, grazie all’intensa operazione vaccinale nazionale (perchè se aspettavamo quella locale…) e al clima estivo favorevole, la possibilità di poter visitare i propri cari ospitati dentro Casa Serena di Grado, è ancora causa di aspre critiche, da parte di alcuni parenti degli anziani degenti.
Sotto segnalazione di una cittadina gradese che ha la mamma “ospite” (1.700 euro di retta mensile…) dentro l’Ospizio isolano, pubblichiamo la vivace protesta della nostra affezionata lettrice che, pur firmandosi, chiede di poter rimanere anonima, per paura di dover esporre a “dispetti” l’anziana madre.
L’altro giorno, di turno con i miei fratelli, mi accingevo a visitare mia mamma che è degente dentro Casa Serena, approfittando del fatto che avrei terminato la mia giornata di lavoro nel tardo pomeriggio (prima delle 17) e di conseguenza avrei potuto portare a mia madre alcuni generi di conforto, riviste e, soprattutto, il saluto dei nipotini.
Correttamente, facendo precedere da una telefonata la mia visita alla struttura gestita dal Comune di Grado, mi sentivo rispondere (da una non ben precisata “responsabile”) che l’unico orario stabilito dalla nuova dirigente, sig. Laura Zuppet, sarebbe stato quello dalle 14 alle 15.30. Dalle due alle tre e mezza del pomeriggio, per capirci meglio.
Nella giornata in oggetto (25 giugno – ndr), alle ore 14, la temperatura esterna a Grado ha raggiunto gli oltre 30°. Figurarsi se, oltre a non potermi recare a quell’ora da mia madre per impegni di lavoro (non tutti sono dipendenti comunali…) avrei esposto un’anziana di 80 anni compiuti, reduce da due ictus, pressione bassa, diabete e altri acciacchi assortiti, all’esposizione solare sconsigliata dai medici, perfino a chi gode di buona salute.
Inutili le mie rimostranze e proteste che non hanno prodotto altro che le resistenze inqualificabili degli addetti interni, sia da parte del personale della cooperativa appaltante, sia per bocca della dirigente Zuppet. A nulla è valso chiedere il rispetto del buon senso e dei diritti dei degenti (paganti), alla fine ho dovuto rinunciare e lasciare sola mia madre.”
Inutile aggiungere altro, alle parole di sconforto di una figlia alla quale delle stupide norme burocratiche, partorite da un’amministrazione indegna di proseguire il suo mandato sul territorio, hanno proibito quanto di più importante si aspetti un nostro caro “imprigionato” dentro un ospizio: la visita dei propri figli, nipoti, amici.
Per fortuna manca poco all’uscita di scena dei Raùgna, Gaddi, Polo e cialtroni assortiti. Dopo, finalmente, si spera che la nuova amministrazione sarà capace di mostrare più rispetto per gli anziani e meno superbia personale, esibita da chi non vale nemmeno il disprezzo dei propri amministrati…
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