di Raffaele Lisco.
Con oggi, 28 giugno, il Ministro Speranza ha firmato l’ordinanza che toglie l’obbligo delle mascherine all’aperto.
Certo, fa caldissimo, siamo vicini ai 40° al sud e respirare con una mascherina tra naso e bocca è un problema, tuttavia, personalmente, pur favorevole alla ritrovata “libertà” polmonare, avrei preferito che l’obbligo di “mascheratura” fosse ancora valido, per chi dico io.
E’ vero, devo riconoscere di non poter esibire un carattere conciliante, ammetto di essere un filino “categorico” e la mia riconosciuta “asocialità” conclamata, mi precede per fama e celebrità. Non amo il mio prossimo come il cattolicesimo mi imporrebbe, forse perchè (in più vite) ho imparato a conoscerne tutti i difetti che porta con sè.
E allora, evviva la meravigliosa condizione che la pandemia aveva regalato ai “diversi” come chi vi scrive. “Brutta gente” che ha incassato con grande piacere il dono della mascheratura (“parziale”) di certificate facce da culo, visi celati, espressioni nascoste e brutti ceffi (uomini e donne) finalmente coperti alla vista popolare.
Fosse per me, manterrei l’obbligo della mascherina a vita, con particolare controllo per chi fa politica a qualsiasi livello. Nei quasi due anni di panno sulla faccia, ci siamo risparmiati la visione integrale di soggetti/e capaci di spaventare i piccini, solo mostrandosi in video, e/o preoccupare i cardiopatici, salendo sul pulpito, per mentire come non ci fosse un domani.
Brutti, falsi e ignoranti, la “categoria”, aveva trovato il suo optimum con la mascheratura. L’infinita Banda Bassotti, impegnata a campare a scrocco sulla pelle degli elettori, a qualsiasi livello che, similmente ai propri colleghi, giustamente avrebbe dovuto continuare a coprirsi la faccia, se non per non farsi identificare anagraficamente, almeno per pudore.
Invece, per colpa dei loro “complici”, saremo obbligati a rivedere i faccioni degli orrendi “personaggi politici” (soprattutto locali), ai quali non parrà vero di potersi ri-esibire in tutta la loro vergogna, per raccontarci della loro “honestà”, abilità politica e amore per la propria “gggggente”. Per il Bene del Paese, ça va sans dire…
Nella vignetta che oggi rappresenta questo Editoriale, è Mamma Bassotta a lamentarsi per la scomparsa della “mascheratura”.
Faccio mio il suo lamento e, al pensiero di quello che mi aspetta uscendo di casa già da stamattina, non mi resta che dire: “…O sin cagàs!…”
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