di Raffaele Lisco.
Se Grado piange, Gorizia certo non ride…
Sono mesi che la situazione politica del Comune di Gorizia, è precipitata in un limbo dal quale difficilmente ne potrà uscire.
La sfiducia espressa da una parte importante del Consiglio Comunale nei confronti del sindaco Rodolfo Ziberna, sommata alle feroci critiche dei cittadini su alcune contestate scelte dell’amministrazione in tema di viabilità (Corso Italia) e ammodernamento dei plessi commerciali (Mercato Coperto), hanno prodotto un clima pesante che ha portato al “tutti contro tutti”.
Non c’è organo d’informazione locale (bloggers, testate giornalistiche, stampa alternativa, webmakers ed emittenti radiofoniche), che non faccia a gara nell’evidenziare anche il più piccolo “incidente” uscito da dichiarazioni, atti o misfatti Ziberniani. Personali, o dei componenti il suo Cerchio Magico.
L’ultima “perla” uscita dagli “anonimi” (…) contestatori del “deperito” sindaco Zibì, è la posa di alcuni cartelloni d’importanti dimensioni (vedi foto di testa articolo), affissioni recanti l’invito al sindaco di confessare il nome di colui (o colei) avrebbe preteso dallo stesso una poltrona in cambio del voto favorevole, fatto denunciato alla stampa, tempo fa, proprio da Ziberna.
Sorvolando sulla regolarità giuridica di un’azione quale quella in discussione, appare evidente la pretestuosità del caso, forma irricevibile di una battaglia tra opposti politici condotta male e comunicata ancora peggio.
Se è vero che il sindaco Ziberna ha toppato alla grande, rivelando al popolo un “presunto” reato (tentata estorsione art. 649 c.p. – ndr), invece di denunciare il fatto correttamente nelle sedi preposte, corredando la querela con nome e cognome del “presunto” estorsore, è altrettanto vero che i ribattezzati “contras” firmatari dello squallido cartellone cittadino (Ferrari, Roldo – poi cancellato – Stasi e Zotti), avrebbero mostrato maggiore credibilità, portando la questione all’attenzione della Procura della Repubblica e non sulle piazze di Gorizia.
Stupisce commentare le azioni di Pubblici Ufficiali (sindaco, assessori e consiglieri comunali), per i quali è vigente l’obbligo di denunzia alle Autorità, nel preciso momento in cui a conoscenza di notizia di reato. A Gorizia, evidentemente, il rispetto della Legge si sublima un po “…come cazzo ci pare…”, e la norma, valida per i comuni mortali, non si applica per gli “eletti” di qualsiasi colore politico…
L’unica conclusione possibile, obbligatorio ragionamento al quale un qualsiasi cittadino di Gorizia (e non) può arrivare, è che tutta questa faccenda sia solamente una vergognosa presa per i fondelli degli elettori, un patetico teatrino dove l’imperativo è salvare la poltrona, la gara tra Scimmie Urlatrici che, istericamente, si battono per dimostrare chi grida più forte.
Aria fritta, insomma, fumo negli occhi ai cittadini, per nascondere i VERI problemi che affliggono i politici non solo di Gorizia ma di gran parte della provincia.
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