di Raffaele Lisco.
Il “Pensiero Unico” è, ormai, una dipendenza dalla politica dei “soldatini” di partito.
Non serve dimostrare di possedere un particolare talento “politologo”, per affermare che le strategie di partito della politica di oggi, hanno come fulcro la linea del “Capo”, scelta alla quale i “soldatini” di contorno non possono che allinearsi e ripeterne pedissequamente il “tormentone”.
Succede ovunque, “democraticamente”, in modo speculare e “bipartisan”, mantra equamente distribuito sia a destra che a sinistra, oggi allargato anche a quel “Movimento” (5 Stelle) che, una volta, criticava proprio il metodo militare dell’obbedienza assoluta al Segretario di turno. Scoperta la “comodità” poltronare (…) gli ex Grillini ci hanno messo meno di un amen a trovare un nuovo Guappo Napùlitano…
Difficile contestare l’esistenza della Politica dei Leaders, la scelta di buttare il cervello all’ammasso e lasciare l’incombenza delle decisioni strategiche al “Capo” di turno. In fondo, perchè ragionare con la propria testa, faticare intellettualmente e rischiare il munifico posto di lavoro (…) solo per concedersi il costoso lusso di staccarsi dal coro?
Per la Lega parla Salvini, per i Fratellini d’Italia una palluta donnina indica la strada, per i Pentastellati abbiamo detto, Forza Italia resta dominio del suo fondatore e per i “democratici”, gruppo politico dove il Leader è solo un pupazzo di facciata, atteso che chiunque può dire la sua, il plotone dei peones aspetta l’imbeccata per mettersi in fila e fare propria la stessa frasetta ripetuta all’infinito.
Naturalmente, se quanto detto vale a livello “nazionale” e i parlamentari non sfuggono al postulato in oggetto, a maggior ragione quando la politica si sposta nelle “periferie”, gli “ordini” di scuderia diventano un obbligo assoluto per gli “inferiori” a scendere.
Così, tanto per fare un esempio, se il PD decide di puntare un emendamento qualsiasi uscito dal Consiglio Regionale, ovvero il contributo “milionario” concesso al Comune di Forni di Sopra per edificare il Municipio a rischio sismico, ecco che, a livello “maggiore”, il candidato sindaco di Trieste, Francesco Russo, inizia la sua “crociata” contro i “fascioleghistirazzistiomofobi” che foraggiano i “comuni amici” penalizzando tutti gli altri, cioè quelli a guida “sinistra”.
Per osmosi, il resto della ciurma “minore”, sindaci, assessori e consiglieri mancini, impossibile esprimere un’opinione diversa o, quanto meno, più obbiettiva. Quindi, per gli ometti opportunisti totalmente dediti al pascolo partitico, obbligatorio imparare a memoria il tormentone e farlo proprio in qualsiasi consesso mediatico.
Prendendo un “pupazzo” a caso (…) tra gli allineati di cui sopra, quale miglior esempio di Dario Raùgna, “civico” convertito al PD, “statista” illuminato dai sentimenti “buonisti”, rappresentante della democrazia e “accogliente” q.b.?
Se il PD regionale ha deciso di prendere di mira Forni di Sopra, come “vergogna” espressa dal Governo di Max Fedriga, la chiamata di correo a tutti gli “eletti” che campano a scrocco grazie alla politica, non è trattabile ma obbligatoria e, quindi, per uno come Dario “Raùgnaschenko” Raùgna (letteralmente terrorizzato di perdere le lezioni di ottobre e finire all’opposizione a “mangiare merda” per i prossimi cinque anni), indispensabile obbedire al partito, con la speranza che si ricordino del suo leccaculismo estremo.
E’ l’unica (sottilissima) possibilità spendibile, per evitare al Cazzaro Lagunare il triste futuro nello sgabuzzino “svizzero” pieno di patate da pelare…
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