di Raffaele Lisco.
L’assessore regionale al demanio, dott. Sebastiano Callari, ci invia precisazione con preghiera di pubblicazione.
La recente querelle che vede il Comune di Grado “avvisato” dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), in merito all’illegittima Delibera Giuntale n° 246 del 18 novembre 2019, per la quale si richiede la cassazione, ha prodotto la stizzita risposta del sindaco Dario Raùgna, il quale dichiara di “…non ritirare un bel niente…”.
La prevedibile replica di un soggetto che non sapevamo in possesso del titolo accademico di docente di Diritto Demaniale (…), oltre a esporre i concessionari gradesi a potenziali problematiche economiche, ci ha obbligati a richiedere il parere dell’assessore regionale al demanio, dott. Sebastiano Callari, che così ci ha risposto:
Il sindaco di Grado, Dario Raùgna, pubblica un articolo su AGCOM, senza sapere che AGCOM è il Garante per le Comunicazioni, mentre la sua amministrazione ha ricevuto missiva da AGCM che è l’AUTORITA’ GARANTE della CONCORRENZA e del MERCATO…
Inoltre, parla di “Consiglio di Stato a Sezioni Riunite” che esistono per la Cassazione e la Corte dei Conti, cioè quelli che dovranno giudicare l’operato del Comune di Grado, quando si dimostrasse che vi sarà stato danno erariale per concessioni date inopportunamente. Il motivo è facile da spiegare: non facendo la gara (o una procedura di comparazione) il Comune rinuncia a eventuali maggiori incassi provenienti da un’asta, con il risultato di creare un danno erariale alle casse comunali.
Per quanto relativo al Consiglio di Stato citato dal sindaco, esso si riunisce in “adunanza plenaria” quando i vari Consigli Giurisdizionali emettono SENTENZE DISCORDANTI. In questo specifico caso, tra la Legge Nazionale e le Direttive Europee.
La regione aveva dato indicazioni di adeguarsi alla propria legge che, se pur impugnata dal governo, finché attiva ha prodotto i suoi benefici, prorogando concessioni non revocabili perché eseguite nel rispetto delle norme europee e avvertito gli enti locali della non applicabilità della legge 145.
Oltretutto, non bastassero queste condizioni, quando il sindaco Raugna parla di “applicazione di legge dello stato”, in realtà non dice che la Corte di Giustizia Europea ha già risposto sull’argomento e precisa, infatti, che le leggi nazionali in contrasto con le direttive europee vanno disapplicate. Il primo cittadino gradese lo sa benissimo, tant’è che ha fatto firmare la “manleva” proprio perché sa che la proroga è fuori legge.
A conferma di quanto suddetto, nessun altro sindaco della regione (per esempio il “pari grado” Luca Fanotto per Lignano) ha emesso proroghe, eccetto quello di Grado…”
C’è poco da aggiungere a quanto chiarisce l’assessore regionale al demanio dott. Sebastiano Callari, quanto meno per competenza gestionale e responsabilità politica di quanto relativo alle proprietà territoriali regionali.
Personalmente, faccio molta fatica a ritenere competente un sindaco che confonde AGCOM con AGCM, si ritene portatore di Verità Unica e gioca a fare il Faraone padrone del mondo, deliberando in solitaria quanto i suoi colleghi, prudenzialmente, se ne sono guardati bene dall’adottare, senza aver riflettuto sulle conseguenze…
Oltretutto, per sua stessa ammissione, la questione sarà risolta a ottobre, casualmente quando Dario Raùgna e la sua infelice amministrazione, non governeranno più una beata cippa, lasciando la rogna sul groppone del prossimo sindaco di Grado.
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