di Raffaele Lisco.
Alle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre, Dario Raùgna e Claudio Kovatsch, si giocano tutto.
Se invece di una tornata elettorale stessimo parlando di una partita a Texas Hold’em (il poker americano), potremmo tranquillamente affermare che la sinistra capitanata da Dario Raùgna e il centrodestra “sinistro” di Claudio Kovatsch, andranno entrambe a “All Inn”.
Difficile immaginare similitudine più veritiera, attesa la posta in gioco per i due concorrenti seduti al tavolo dell’azzardo, dove il “bottino” sarà la conquista (o riconquista) del Governo di Grado.
Quello che si è autodefinito “centrodestraunito” (…) ovvero un carrozzone composto dalla somma delle sigle partitiche di centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Udc/ProgettoFVG) con l’aggiunta di una “civica” (Lista Kovatsch – ndr) zeppa di ex reduci del PCI, PDS, DS, PD, in caso di sconfitta rischia di finire azzerato, per manifesta incapacità attrattiva di un elettorato locale poco convinto di voler votare un candidato “foresto”, parente della sinistra regionale.
Ancora più rischiosa la partita che Dario Raùgna, sindaco uscente di una coalizione finalmente “dichiarata” di sinistra “pura” marchiata Partito Democratico, ha deciso di giocare al tavolo verde del Texas Hold’em Lagunare.
Immaginiamo, per un attimo, che Raùgna e i suoi, escano sconfitti dal voto isolano. Impossibile non trarne la considerazione che, il risultato negativo uscito dalle urne, non potrebbe che certificare una sonora bocciatura del “buongoverno” tanto decantato da chi ha amministrato Grado per oltre cinque anni.
A mio avviso, per la sinistra al potere, la terrificante ipotesi di dover ammettere che i cittadini di Grado (e non..) rigettassero col loro voto la volontà di premiare l’amministrazione uscente, sarebbe come rendere reale il fatto che il “civismo” di Raùgna & C., altro non fosse stata che un’evidente e inconfutabile botta di culo irripetibile e non la dimostrata capacità di saper governare una comunità, certezza suffragata dalla mancata riconferma popolare.
Una brutta botta per il futuro di un cospicuo numero di “miracolati” ormai abituati allo “scrocco pubblico”, inevitabilmente costretti al ritorno alla triste condizione di provenienza, ricacciati nel sottoscala “svizzero” a pelare la montagna di patate accumulatosi nei cinque anni passati in “aspettativa”.
Fine delle “missioni” autocelebrative, stop ai benefits da G20, addio ai banchetti “governativi” e tanti saluti alle pose di rito nelle fotografie istituzionali nelle quali bullarsi come grandi “statisti”. Il ritorno nelle “stalle”, dopo aver toccato le “stelle”, l’umiliazione di beccarsi le pernacchie di un Lisco e l’obbligo della fuga dal retro del Municipio, per evitare il sicuro lancio di pomodori e uova marce figli di una “vendetta” (attesa da un lustro…), da chi ha dovuto subire il “Cesarismo” dittatoriale di un gruppetto di infami carognette.
Kovatsch & Raùgna, ancora una volta legati allo stesso destino, entrambi insonni da qui al 5 ottobre, costretti all’assunzione di non modica quantità di Valium™, per tenere i nervi sotto controllo, sicuri che, almeno uno di due (se non entrambi…) dovranno forzatamente fare ricorso ad abbondanti dosi di Vasellina, per lenire una sconfitta più che dolorosa…
Nell’attesa, mi gusto Pop Corn e Birrette, seduto su di una comoda poltrona, pervaso da un intrigante senso di impazienza, per scoprire chi dei due, dopo il Flop, Turn e River, sarà in grado di mostrare il punto vincente, per poi precipitarmi a fare le mie falsissime “condoglianze” (politiche) al “de cuius”.
…Sempre che “l’outsider” Maurizio Delbello, alla fine, non giri l’imprevisto “asso nella manica”…
L’ho scritto sempre e in tempi non sospetti: “La Ruota Gira e il cetriolone, alla fine, finisce sempre per trovare il suo pertugio…”.
Dio c’è e questa volta, la “grazia” la farà a Lisco, comunque andrà…
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