GRADOVOTA – A QUANTO STA IL “BORSINO” DEL VOTO?

di Raffaele Lisco.

A quanto stanno, oggi, le “quotazioni” del voto medio? Parliamone.

Non è un segreto il fatto che certifica il “valore” di una preferenza e il suo costo sul mercato.

Da sempre la politica ha poggiato il proprio successo (o la sua sconfitta), sul “prezzo” da attribuire alla raccolta del consenso popolare. Al tempo di Achille Lauro, anni ’60, il voto si comprava con un chilo di pasta o la cessione di una sola scarpa. La seconda, sarebbe arrivata a vittoria avvenuta…

In seguito, gli “Itagliani” si sono evoluti, sono arrivati i Socialisti di Craxi e la “Milano da Bere” chiedeva posti da manager pubblico, appalti miliardari e la concessione di un tenore di vita molto al di sopra delle possibilità di un semplice dipendente.

Anche qui, nel “Profondo Nord Est”, all’estremo lembo dell’Italia “che piace”, il Voto di Scambio è pratica diffusa e consolidata. Dal minimo sindacale del “disabile” pronto a garantire posti di lavoro dentro un Ospizio (Marino), alle concessioni edilizie milionarie, passando agevolmente per le “presidenze” già stabilite sulla carta

Siamo in piena campagna elettorale nei Comuni che stanno per andare al rinnovo delle loro amministrazioni e già fervono le richieste d’incontro, con i candidati sindaci, delle “categorie”, “associazioni”, “consorzi” e tutto quanto riconducibile a un Gruppo Elettivo, ovvero il “carburante” necessario per alimentare la (o le) Liste a supporto dei candidati.

Banale spiegare ai non addetti ai lavori che, gli “incontri” tra (grandi) elettori e candidati, non servono per “pesare” il programma proposto, capire quale sarà la direzione politica della lista singola o della coalizione, bensì per capire quale soggetto in gara saprà offrire le migliori condizioni specifiche per l’ascoltatore di turno

Ti presenti davanti agli albergatori, commercianti e/o artigiani? Di sicuro non parlerai di aumento delle tasse, costo contributivo dei dipendenti, peggioramento dei servizi pubblici e riduzione della quota (a loro spettante) della Tassa di Soggiorno.

Vai in “udienza” dai ristoratori? Facile: aumento sine die dell’occupazione dei suoli pubblici, riduzione delle tasse dedicate, garanzia della “destagionalizzazione” e contributi a pioggia per autorizzare i “dehors” fino a oggi negati dall’amministrazione uscente.

Spiagge e attività del Centro Storico? Nuovissima Mobilità Veicolare, rinnovato dialogo col Politecnico di Milano e, per sicurezza, con il “rinforzo” di quello di Torino (…). Movida garantita fino alle ore 05 ma, allo stesso tempo, chiusura entro le ore 19 non appena trasferiti all’incontro con i residenti di Colmata

Indispensabile farsi “concavi e convessi”, dire di sì sempre e comunque, garantire la rava & la fava, giurare che i desiderata popolari “…sono già nel nostro programma…” e sussurrare che l’avversario andrà “contro” la volontà della categoria incontrata. “…Me lo ha contaò un de ili…”.

Personalmente, tutto questo mi disgusta e, dal basso del mio ruolo di responsabile della comunicazione e consigliere politico di un candidato in campo (finchè duro…), proprio colui che dovrebbe preparare l’agenda degli incontri del candidato con le categorie e definirne i contenuti da esporre, mi auguro di non dover sentire il mio committente scadere nella peggior forma di Voto di Scambio.

Se è vero che Maurizio Delbello e la Lista Civica “Amo Grado”, sono scesi in campo per “essere diversi” dai pupazzi dei partiti (Raùgna & Kovatsch), mi auguro che lo siano veramente.

Non credo potrei sopportare di dover continuare a fare il mio lavoro da tecnico per Amo Grado un solo minuto di più, se scoprissi di prestare le mie competenze all’ennesima copia della copia…

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