di Raffaele Lisco.
Oggi pubblico un evidente esempio di come la politica sia scaduta a puro mercimonio…
Difficile capire quale sarà il “prediletto” dai gradesi, prossimo sindaco di Grado. La confusione aperta dalla coalizione sostenuta dai partiti di sinistra (Raùgna), contrapposta a quella di (finta) destra (Kovatsch), sta mettendo in grande difficoltà la tenuta cognitiva degli elettori gradesi.
Se sembrerebbe fugato il dubbio sulla “conversione” del sindaco uscente, indeciso tesserato capace negli anni di trasmigrare da “missino” Mariniano a seguace di Rutelli e Prodi, per poi spacciarsi come “civico” e, infine, ritornare nel solco del PD (…), nel campo opposto di una destra poco credibile che presenta un candidato sindaco “Serracchiano”, si aggiungono candidature “chiacchierate”, tipo quella del dott. Giorgio Marin.
L’ex assessore “esterno” Giorgio Marin (nella foto col suo idolo Enrico Letta) dell’amministrazione di Silvana Olivotto, nato repubblicano ma poi tesserato PD (…), oggi partecipa alle elezioni comunali prossime venture, come candidato nella Lista Kovatsch, compare di merende dei suoi “kompagni” Lele Oriti, Loris Sodomaco ed Emanuela Lugnan (sindacalista).
E’ vero che, ormai, nella politica (non solo) gradese vale tutto e che solo ai più giuggioloni possono meravigliare i “salti della quaglia” di quelli come Kovatsch e Marin, tuttavia, fa un certo effetto vedere l’istantanea del “rinnegato” sinistro mentre siede a lato dell’onorevole Luca Ciriani, di fianco alla bandiera di Fratelli d’Italia recante la fiamma tricolore tipicamente fascista…
Premesso che bisogna sempre portare il massimo rispetto verso la scelta di voto di ogni essere umano, vorrei essere una mosca per potermi posare all’interno della cabina elettorale nella quale un gradese di destra (o di sinistra) avesse il fegato di votare un elemento simile. Certo, vale sempre il detto che dice “…Franza o Spagna purchè se magna…”, però a tutto c’è un limite, anche alla (in)decenza di chi posta le foto di famiglia definendosi la “crema” di Grado.
Eppure, nonostante l’evidenza di personaggi che hanno l’impudenza di definire il sottoscritto un “lurido” (salvo definirsi “grandi amici” quando m’incontrano…) gente residente in abitazioni lussuose ma prive di specchi, fantocci portatori di una coscienza più nera del catrame e capaci di bullarsi tra i propri simili come “persone stimate e coerenti”, anche questa volta, i “nativi” isolani riusciranno a premiare la peggior espressione di una politica che ha come traguardo solamente l’obbiettivo di poggiare le riverite terga sulla poltrona lautamente retribuita.
Indifferentemente che vinca la sinistra di Raùgna, Cicogna & Moretti, oppure primeggi la destra “tarocca” dei Giorgio Marin e Claudio Kovatsch, Grado continuerà a sottostare alla guerra politica tra le segreterie regionali di partito, restando a guardare inerte un futuro dal quale esclusa per manifesta sudditanza e incapacità di perseguire l’autodeterminazione sovrana.
Sperare in un “colpo di reni” popolare, ribellione elettorale capace di affidarsi a una scelta che metta al centro la propria indipendenza e non permetta ai partiti di “comandare” a proprio piacimento, sarebbe come sognare di uscire (dopo un millennio) dalla mentalità ignorante e “casònera” che impedisce ai gradesi di entrare (finalmente) nel futuro.
Forse hanno ragione i “Giorgio Marin” e, quelli coglioni, siamo noi che ancora crediamo in una politica “diversa”.
®RIPRODUZIONE RISERVATA.