GRADOVOTA – LA PAURA (DI PERDERE) FA 90…

di Raffaele Lisco.

Siamo al rush finale, il momento in cui si fanno gli errori e ci si gioca tutto

Uno degli sbagli più frequenti che gli esperti di campagne elettorali conoscono molto bene, è quello di voler strafare, spesso rovinando un buon lavoro fatto in precedenza.

L’ansia da prestazione che rende tachicardico il percorso mediatico e comunicativo del candidato obbligato a vincere, avvelena le menti e incute il pericoloso (e perdente) pensiero di “non aver fatto abbastanza”.

La competizione tra il sindaco uscente Dario “bellodezzzzzia” Raùgna, il pretendente sponsorizzato dal Sistema regionale e nazionale, Claudio “competenza” Kovatsch e il “disturbatore” rappresentante dei “ribelli” outsiders Maurizio “beautiful” Delbello, grava tutta sulle spalle dei favoriti dai bookmakers di parte.

Fino a oggi ai gradesi è toccato vedere le peggio cose presentabili dentro una campagna elettorale: uso indiscriminato di “voto di scambio” da parte dell’amministrazione in carica, promesse illegali passibili di esposto alla Procura della Repubblica, ricorso al “padrinato” parlamentare a sostegno di chi relegato al ruolo di comparsa periferica (…), bulimia fotografica da Socials e sfrangiamento scrotale da candidato petulante.

Personalmente, chiamato dal Comitato Elettorale della Lista Civica “Amo Grado” per condurre la campagna elettorale del candidato sindaco Maurizio Delbello, l’unica richiesta non discutibile che ho messo subito in chiaro, è stata quella di creare un clima leggero, affidarsi all’ironia (e autoironia), prendere tutto molto seriamente ma non al punto di farne una questione di vita o di morte (…) e dare la giusta importanza a quella che è principalmente una gara dove si può vincere ma anche perdere.

Certo, per i “disturbatori” senza padrini partitici, semplici cittadini decisi a non essere sudditi di nessuno, consapevoli della forza dei nostri progetti indipendenti e della nostra conoscenza del territorio, è stato molto più facile non farci stritolare dalla pressione conseguente alla posta in gioco. Primi, secondi o ultimi, la vita per i candidati di “Amo Grado” continuerà come prima, dimostrato il fatto che tutti abbiamo un lavoro e non siamo obbligati a campare a scrocco sulla pelle dei gradesi per sopravvivere…

Chi ha avuto la pazienza di ascoltare le nostre proposte, si è reso conto di aver di fronte gente preparata, determinata, seria e motivata ma molto lontana dell’immagine “avversaria” di gruppi disposti a tutto pur di convincere il potenziale elettore. Abbiamo riso con i nostri interlocutori, ci siamo goliardicamente presi per i fondelli l’un l’altro e del candidato sindaco Delbello abbiamo fatto “strasse”.

Al contrario, Raùgna e Kovatsch ne hanno fatto una questione primaria, per danaro o per prestigio l’obbiettivo imperdibile, un gioco mortale dove la posta in gioco diventa “tutto o niente”. Comprensibile osservare quanto veleno stia inquinando le menti dei candidati “competenti”, scomodamente stretti nella morsa del dover rispondere ai propri “finanziatori” solo con un risultato positivo e quanto bruciore di deretano stia affliggendo chi deve incassare il gradimento sul suo buongoverno scaduto, pena il ritorno nell’anonimato d’origine.

Sappiamo di aver dato il massimo, aver parlato con tutti quelli che ce l’hanno chiesto, rispettando la privacy delle persone che non hanno voluto essere seccate, intervenendo agli incontri con le categorie e a quelli tra candidati organizzati dalla stampa obbiettiva, seria e rispettosa di tutte le forze in campo. 

Per quanto mi riguarda, ringrazio Dio che mi abbia concesso la tenuta fisica per portare a termine l’ennesima prova professionale alla quale ho avuto l’onore di partecipare come consulente tecnico. Ringrazio gli amici di “Amo Grado” per avermi scelto e auguro (comunque) a Dario Raùgna e Claudio Kovatsch la migliore fortuna possibile.

Tanto, io voterò per Elisabetta Medeot

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