GRADOVOTA – I CANDIDATI NON PIACCIONO…

di Raffaele Lisco.

Affluenza alle urne molto bassa ovunque, anche a Grado.

Leggendo i risultati relativi alla percentuale di elettori aventi diritto al voto che ieri, 3 ottobre, primo dei due giorni utili per scegliersi il sindaco della prossima legislatura, i cittadini dei Comuni al voto, hanno bocciato, esprimendo un clamoroso rifiuto a compiere il loro dovere e affermare il loro diritto democratico, il segnale spedito è chiarissimo.

Alle ore 23, termine ultimo di rilevamento della percentuale di affluenza, a Grado avevano votato il 44% degli elettori iscritti, ovvero 3.151 su di un totale di 7.141 e parliamo di uno dei Comuni più virtuosi del panorama generale.

Infatti, a Trieste, la percentuale crolla al 34% (62.419 su 184.489), a S.Giorgio di Nogaro 38% (2.509 su 6.642) un po meglio a Pordenone col 45% (18.890 su 42.195) e Palmanova col 47% (2.271 su 4.880).

Stesso discorso, in negativo, per le grandi città al voto. Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli, stanno scontando la delusione degli Italiani per la politica politicata. Questa è la ribellione verso un Governo dittatoriale che si finge “democratico”, la risposta popolare ai “poteri forti”, a quella cricca dalla quale impossibile difendersi se non mandando segnali forti e chiari come quello di “rimbalzargli” la tornata elettorale.

Ancora poche ore per raddrizzare delle percentuali imbarazzanti, scatenare i manovali dei partiti sulla caccia all’elettore, catturare anche il più nascosto vecchietto/a dentro le Case di Riposo e trasportarlo di forza al seggio.

La mia previsione pubblicata in tempi non sospetti, che questo giro sarebbe andato molto male per i candidati obbligati a vincere (…), si sta rivelando ancora una volta vera e reale. Con buona probabilità, arriveremo al 50% (o poco più) di percentuale finale di votanti, a queste elezioni amministrative 2021, dimostrando al mondo che la metà degli Italiani (e soprattutto gradesi) se ne fregano della politica.

Ancora più grave considerando che non si parla di politica nazionale o europea ma la scelta dei cittadini ha come obbiettivo decidere chi sarà il “komandante” della loro città, chi produrrà i servizi, chi realizzerà le opere pubbliche, chi porterà il Comune al traguardo del 2026.

Non ci vuole una specializzazione in Analisi Politica, per riuscire a capire che, almeno a Grado, la (quasi) metà dei cittadini, stanno mandando il messaggio che tra Dario Raùgna, Claudio Kovatsch e Maurizio Delbello, preferiscono starsene a casa e non fare nemmeno lo sforzo di andare al seggio per scegliersene uno, il “meno peggio”

Eppure la Legge dice che “…uno vincerà…”, magari con una sparuta percentuale nella percentuale, appena oltre il migliaio di preferenze, totale ben lontano da una maggioranza popolare. Una vittoria “imposta” solo perchè un sindaco va fatto comunque.

Non so voi ma per me, questa non è democrazia.

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