di Raffaele Lisco.
Per un giorno abbandoniamo le miserie dell’Isola dei Corcài (Grado) e commentiamo qualcosa di più serio…
Chi mi conosce e legge quello che scrivo, sa perfettamente che non tendo a sinistra ma nemmeno accetto supinamente ordini di scuderia dalla destra o da qualsivoglia altro “Movimento” per il quale nutro forti dubbi sulla propria “honestà”. Quantomeno intellettuale…
Da Uomo Libero quale mi ritengo di essere, il mio personale commento sulla vicenda relativa all’approvazione parlamentare della cosiddetta “Legge Zan” (parlamentare PD primo firmatario, nella foto), non può che accompagnarsi a quelli di profondo disgusto già espressi da coloro stupefatti da cotanta imbecillità.
Non voglio entrare nel merito “tecnico” di una Legge che, a seconda dei punti di vista (opposti) è stata considerata “…una dimostrazione di crescita nazionale in tema di Diritti Civili…” (sinistra) o, al contrario (destra), “…una prevaricazione della libera scelta del singolo di scegliersi il genere sessuale, con particolare attenzione alla salvaguardia dei minori…”.
Sono le coscienze (inesistenti) degli “eletti” a dover far conto con se stesse, anche se sembra palese che il termine “coscienza” dentro la Camera o il Senato non esista proprio.
Tutti obbediscono a uno schema, si allineano come soldatini a fianco del Capitano (o Capitana), tutti inquadrati, invertebrati, mossi unicamente dalla spinta di non rischiare di perdere i privilegi acquisiti in anni e anni di salivazione delle terga superiori…
Quello che mi ha colpito è che ormai la politica non è più quello strumento del “fare”, l’impegno degli eletti dal popolo a farsi carico di legiferare e amministrare per il Bene del Paese, l’onore e onere di essere un membro selezionato da fiduciari (gli elettori) ai quali rispondere con scienza e coscienza.
Oggi, “fare politica” significa unicamente combattere “contro” qualcuno o qualcosa, partecipare alla distruzione generale della democrazia al grido di “…noi siamo più migliori di loro…”, aforisma volutamente sgrammaticato vista l’autorevolezza dei soggetti…
Non m’interessano i sofismi di quelli che hanno sempre ragione nè, tanto meno, le precisazioni di chi passa le nottate a studiare una giustificazione plausibile per indottrinare la “truppa” e rifilare ai telegiornali.
La morale di tutto quello che abbiamo visto mercoledì 27, è che abbiamo imparato un nuovo termine: “la tagliola”, ovvero come si decapita una Legge che, a chiacchiere, giusta o sbagliata, per mesi tutti avevano spergiurato di voler votare.
Non so voi ma per quanto mi riguarda, mi affascina sempre di più la Legge Musulmana, quella per la quale l’uso della “tagliola” funziona in modo diverso da quello usato dai politici Italiani.
Secondo me, molto più efficace…
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