di Raffaele Lisco.
Cambiata amministrazione, i problemi rimangono irrisolti…
“..È arrivata la bufera
È arrivato il temporale
Chi sta bene e chi sta male,
E chi sta come gli par…”.
I vecchi, come chi vi scrive, ricorderanno questa simpatica canzoncina del mitico Renato Rascel uscita nel 1959. A quei tempi non c’era il permissivismo nato dopo il ’68 e, per canzonare il Potere, l’unica forma concessa era quella della satira leggera, l’uso del calembour annacquato e della critica in rima, meglio ancora se musicata. La protesta fine, alla “Petrolini”, insomma.
Oggi, al tempo in cui la Società si è liberata da qualsiasi tabù sessuale, letterario, artistico e politico, si può far finta di dire tutto (…) appellandosi al “Diritto di Espressione”, anche se, alla fine, il Sistema trova sempre il modo per tapparti la bocca…
Questo cappello mi è servito per introdurre l’Editoriale di oggi, invogliarvi a riflettere sulla similitudine utilizzata dal sottoscritto, per dibattere sulla “bufera” che, meteorologicamente, vede Grado andare sistematicamente sott’acqua al primo accenno di pioggia e le strade del centro ritornare al secolo scorso, quando i lampioni erano a candela…
E’ arrivato il temporale. Proprio quando isolani e turisti pensavano che l’estate non sarebbe mai finita e il sole che ci aveva accompagnato per oltre sette mesi di fila fosse eterno, l’autunno è piombato all’improvviso, riportando alla realtà quelli che si erano illusi che le amministrazioni comunali, passate e presenti, sarebbero state in grado di risolvere i problemi dedicati alla marea e all’illuminazione pubblica.
Consapevole di scrivere i miei Editoriali di denuncia solo per mio piacere personale, attesa la dimostrazione provata che le migliaia di lettori di questo blog che, quotidianamente, non ho ancora capito cosa traggano dai miei articoli (…), ancora una volta, cocciutamente, insisto nell’evidenziare ai gradesi (e non…) la colossale presa per i fondelli che, da almeno tre amministrazioni, si ripete da sindaco a sindaco di Grado.
Progetti faraonici per lotti fognari che assomigliano più alla Tela di Penelope che a cantieri moderni. L’abuso della pazienza di una cittadinanza che, pur meritandosi anche di peggio, assiste inerme per anni alla sconsiderata apertura, chiusura e riapertura di un cantiere nel cuore dell’isola, conseguenza dei capricci di assessori incapaci di imporsi sulle lagnanze del frontista di turno.
Adesso che sono arrivati i “nuovi”, quelli che “risolveranno tutto”, i rappresentanti di quella “competenza” sbandierata ai quattro venti in campagna elettorale, abilità che surclasserà i “dilettanti allo sbaraglio” dolorosamente puniti dagli elettori, i “corcài” lagunari riusciranno a farsi perculare ancora, per almeno un anno, dalla propaganda di un centro destra finto come una moneta da tre euro.
Ieri vi ho anticipato qualche problemino nel quale il “bravo ragioniere” Claudio Kovatsch è già inciampato. Oggi continua l’elenco delle rogne ereditate dai suoi predecessori che, come lui, si erano scippati la poltrona, attribuiti i bonifici mensili e, da incoronati komandanti, erano comparsi tutti i giorni sul quotidiano locale, per nascondere le magagne con i classici “…stiamo facendo…”, “…abbiamo deliberato…”, “…entro pochi mesi…”.
Al loro confronto, i “bla, bla, bla” di Greta Thunberg sono solo briciole…
“..È arrivata la bufera
È arrivato il temporale
Chi sta bene e chi sta male,
E chi sta come gli par…”.
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