EDITORIALE – #OGGIESCO.

di Raffaele Lisco.

Dopo 16 giorni di ricovero, oggi esco dall’ospedale.

Consapevole del fatto che non ve ne possa fregare di meno della mia salute e altrettanto certo della vostra delusione per non poter leggere il consueto sputtanamento di qualcuno a voi noto (…), oggi dedico l’Editoriale a me stesso,  se non altro per il motivo che “…lo spazio è mio e me lo gestisco io…”.

Scherzi a parte, permettetemi di festeggiare l’ennesima occasione nella quale “risorgo” dalle tenebre, ancora una volta recuperato in extremis dai miei salvatori del reparto di Epatologia del S. Maria Misericordia di Udine.

Ricoverato il 20 ottobre, grazie a un vivido colorito giallo limone (…), ci sono voluti 14 giorni di antibiotici in vena, alcune radiografie assortite, una Tac e il solito intervento ERCP che consiste nel cacciarti un tubo in gola per spaccarti i calcoli biliari che ti stanno uccidendo, per ridarmi una parvenza umana.

Oggi esco, torno sull’isoletta parzialmente guarito, “rivedibile” tra 90 giorni per togliere il “maccherone” (stent) inserito nel “condotto” del fegato e ripristinare le normali funzioni, anche se di “normale”, ormai, non ho più nulla

Immagino che vi starete domandando sul perchè di questa informazione personale, quale sia il motivo per cui racconti i fatti miei a così tanta gente; quesito legittimo  anche se  la risposta dovreste saperla.

Dimostrata la mia “notorietà” (in negativo), piuttosto che dover rispondere ai mille mila messaggi che mi chiedono gli aggiornamenti nel merito, meglio un articolo unico che soddisfi la morbosa curiosità di quelli che pregano per la mia fine e il medesimo sentiment degli opposti che mi vogliono vivo per potersi divertire a leggere le “diffamazioni” dell’unico scemo disposto a pagare di persona per pubblicare quello che tutti pensano ma nessuno ha le palle per dirlo

Per i primi la pessima notizia è che l’Immortale è ancora in scena, per i secondi idem con patate, ricordato il fatto che lo “sputtanamento” dello Spione Capo non guarda in faccia a nessuno e, prima o poi, arriva ad altezza “padulo” anche per chi crede di essere esente.

Torno a casa ma la cosa non mi entusiasma, come ci si aspetterebbe da chi esce da un ospedale per fare ritorno in famiglia. Mi avvilisce e intristisce rimettere piede sull’Isola dei Corcai, riprendere la solita vita in mezzo ai “graisàni”, essere spettatore del Nulla che Avanza e dispiacermi nell’osservare l’incapacità di crescere di un’intera collettività indegna di questo nome.

Tolto il pigiamino, sfilato l’ago dal braccio e archiviata la Lettera di Dimissioni, stasera sarò nuovamente nel letto di casa mia, impaziente di riabbracciare il mio Tito, pronto a ripartire non appena la lavatrice avrà svolto il suo compito.

Oggi esco, mi sono guadagnato una pausa a tempo determinato prima del prossimo coccolone e questo già vale come motivazione per non voler continuare a sprecare il mio prezioso e contingentato tempo, in mezzo a persone per le quali non nutro alcuna stima.

#OGGIESCO.

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